Storie Web martedì, Aprile 30
Notiziario

II bancari del gruppo UniCredit sono stati e saranno coinvolti in uno dei maggiori progetti di riqualificazione delle competenze nel mondo del credito, coerentemente con la valorizzazione della formazione, condivisa con i sindacati nell’ultimo rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro Abi. Non solo in Italia, dove nel biennio 2022-2023 sono stati formati 22mila lavoratori, ma in tutta Europa dove nel prossimo biennio, entreranno nei percorsi di upkilling e reskilling tra 50 e 60mila persone ancora. Tutto grazie alla University del gruppo che era stata avviata in Italia nel 2022 in collaborazione con la Luiss, ed è poi stata sviluppata per i quasi 80mila dipendenti nei 13 Paesi in cui UniCredit è presente. In Italia la University è «molto ramificata sul territorio dove ci sono 7 hub regionali che consentono a tutti di poter seguire i corsi, anche in presenza: abbiamo scelto che la metà delle ore si svolga in aula e che ci si confronti di persona perché lo riteniamo un valore», spiega la chief administrative officer, Ilaria Dalla Riva. Di anno in anno il progetto si è evoluto e adesso «ci sono più di 300 dipendenti che sono stati formati per svolgere i corsi, mentre a seconda delle specifiche discipline collaboriamo con i top player del mondo accademico», continua Dalla Riva.

Il modello di formazione che integra soft e hard skills

Solo nel nostro Paese, lo scorso biennio, come detto, sono stati 22mila i lavoratori che hanno partecipato ai corsi della University, 2 milioni le ore erogate, più di 45 a persona. Se l’ambizione è «essere la banca del futuro dell’Europa», come ha detto ieri Andrea Orcel, il group ceo di UniCredit, all’inaugurazione del terzo anno accademico a Torino, il progetto non può che essere realizzato «offrendo alle persone una formazione professionale di altissima qualità». A consentire lo sviluppo del percorso è stato il sistema di digital learning che garantisce, tra l’altro, l’accesso a oltre 70mila contenuti formativi, iniziative di peer to peer learning incentrate sulle capacità che sono richieste per il futuro: «La nostra è una formazione integrata che tiene dentro le soft skills e tutti i temi legati alla diversity, all’inclusione, all’antifragilità, così come ai fattori Esg, ai dati, alla digitalizzazione o al rischio: in Italia abbiamo formato su linee di difesa in ambito risk più di 2mila bancari», dice Dalla Riva.

L’ecosistema dell’istruzione

Nella visione di Orcel per essere la banca del futuro UniCredit dovrà mettere «i dipendenti in condizione di dare il meglio nei ruoli assegnati. Lo stiamo facendo attraverso la University, un’iniziativa innovativa e pionieristica nel settore bancario. La formazione è uno strumento straordinariamente potente per creare risultati migliori». «L’allenamento del talento di ogni nostra persona per noi è la leva principale per la crescita, valorizzando la differenza che ognuno porta nel gruppo», aggiunge Dalla Riva, partendo dalla consapevolezza che sia necessario fare emergere tutto il potenziale di ciascuno. Anche a livello sociale. Ecco perché UniCredit University è diventata uno dei pilastri del piano di investimenti del gruppo sul fronte dell’istruzione. Un ecosistema molto ampio, che si rivolge a tutti gli stakeholder, con la UniCredit University dedicata ai bancari del gruppo, la Banking Academy dedicata ai clienti e non, per offrire gratuitamente a privati e imprese formazione su banca, finanza, digitalizzazione, innovazione e la UniCredit Foundation che opera nel terzo settore per contrastare la dispersione scolastica, facilitare la transizione scuola-lavoro, promuovere l’accesso all’università e sostenere la ricerca per i giovani europei

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