Storie Web martedì, Maggio 21
Notiziario

Sarebbero decine i talenti che sono stati assunti dall’azienda americana per lavorare in Svizzera a un progetto non noto. Secondo alcuni, si tratterebbe del primo modello di intelligenza artificiale che potrà funzionare direttamente sugli smartphone grazie a dei microchip super-potenti.

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Si è appostata nell’ombra per catturare i talenti di Google e avviare un progetto supersegreto a Zurigo. Non è l’inizio di una spy-story ma una versione, forse un po’ romanzata, della strategia di Apple per sviluppare la propria intelligenza artificiale. Secondo alcune ricostruzioni, l’azienda di Cupertino avrebbe lanciato da anni una campagna di assunzioni fra i maggiori esperti di intelligenza artificiale che lavoravano nelle aziende concorrenti, prima fra tutte Google. L’obiettivo è chiaro: sviluppare una tecnologia che potrebbe cambiare per sempre il modo in cui immaginiamo le intelligenze artificiali.

Da quali aziende arrivano gli esperti che lavoreranno al progetto segreto di Apple

Potrebbero essere 36 i super-esperti che negli ultimi anni Apple ha “sottratto” a Google per creare un team specializzato proprio in intelligenza artificiale e machine learning. Sicuramente non è l’unica azienda da cui Apple ha pescato talenti: dalle indagini condotte dal Financial Times, sono emersi i profili di ricercatori e ingegneri che arrivano anche da Amazon, Microsoft, Netflix, Meta e anche ByteDance (la proprietaria di TikTok).

I nomi dei dipendenti che sono passati da un gigante della tecnologia all’altro sono stati verificati anche grazie ai profili pubblici su LinkedIn. Alcuni contano anche dieci anni di esperienza in Google, prima di passare ad Apple. E una parte dei nuovi talenti compare anche fra gli autori della pubblicazione scientifica in cui a marzo è stata annunciata l’esistenza di MM1, una famiglia di modelli di intelligenza artificiale targati Apple che userà sia input testuali sia quelli visivi. La prima, ma certamente non l’ultima IA che porterà la firma della mela morsicata.

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Dove si trovano i laboratori in Svizzera dove Apple sta sviluppando la propria IA

Ma l’azienda non si è limitata a portare i dipendenti Google fra i propri ranghi. Apple, infatti, avrebbe pubblicato diversi annunci di lavoro rivolti a esperti di intelligenza artificiale generativa, per invitarli “in un team dinamico a Zurigo”. Il Financial Times riporta che le sedi nella città svizzera potrebbero essere addirittura due, una delle quali così “nascosta” che i vicini non si sarebbero accorti dell’esistenza dell’ufficio.

La campagna acquisti sarebbe cominciata già dal 2018, quando l’azienda di Cupertino ha chiamato John Giannandrea, top manager di Google che aveva guidato anche il team Brain, che poi si è fuso con DeepMind. Dopo di lui, numerosi altri scienziati sono stati reclutati fra i massimi esperti di intelligenza artificiale.

Non solo persone, ma anche aziende. Apple ha inglobato decine di startup che si occupavano proprio di riconoscimento di immagini e di video e di elaborazione dei dati, come Musicmetric, Emotient, Silk Labs e CamerAI per citarne solo alcune. E, secondo le informazioni ricostruite anche grazie a LinkedIn, molti dei fondatori di queste startup sono rimasti proprio dentro Apple dopo l’acquisizione.

Quali sono i piani di Apple per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale

Si specula molto su quali siano i piani di Apple per rimettersi in corsa per quanto riguarda l’intelligenza artificiale, specialmente adesso che sono trapelate alcune informazioni sul nuovo progetto sviluppato in Europa (e non, come ci si aspetterebbe, nelle sedi americane). Fino a oggi, infatti, Apple ha dato l’impressione di non avere proprio cercato un proprio spazio nell’universo degli algoritmi, affidandosi piuttosto alle collaborazioni come quella che ha sviluppato con OpenAI.

Da qualche giorno, però, si stanno diffondendo voci sul progetto Apple di portare tutta la potenza dell’intelligenza artificiale direttamente in un singolo microchip così che funzionino direttamente sugli smartphone. Un’impresa titanica, se si considera che oggi i modelli girano in server dedicati, mentre l’azienda sembra stia pianificando di portare il proprio modello su un chip definito Dynamic Random Access Memory (Dram), un tipo di circuito che può gestire enormi quantità di dati. E magari il progetto supersegreto di Zurigo sta trasformando questa idea in realtà.

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