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Notiziario

In vendita dal 13 febbraio la terza edizione di «Falce e Carrello» scritto da Bernardo Caprotti

di Enrico Netti

Si apre un nuovo capitolo nella querelle, questa volta editoriale, che contrappone Marina e Giuseppe Caprotti, rispettivamente il terzogenita e primogenito di Bernardo, il fondatore dell’Esselunga. Il 13 febbraio arriva nelle librerie la terza edizione di «Falce e carrello» con il sottotitolo che recita un eloquente: «In memoria di un uomo che non può più difendersi». Tre i nuovi capitoli ed è il primo «Lettera a papà» si preannuncia più interessante: lo ha scritto Marina con l’intento di “rispondere” e difendere la memoria del padre da quanto narrato dal fratello ne «Le ossa dei Caprotti». La prefazione è scritta da Liliana Segre cui Bernardo aveva fornito un convinto sostegno per realizzare il progetto del Memoriale della Shoah a Milano mentre l’introduzione è firmata dal giornalista e scrittore Stefano Lorenzetto.

«Falce e carrello – Le mani sulla spesa degli italiani» è il libro autobiografico scritto da Bernardo Caprotti narrando la storia dell’insegna che ha contribuito a fondare e per ricordare i molti contrasti con il sistema delle cooperative rosse e la rete di appoggi politici che per lustri hanno frenati lo sviluppo di Esselunga nel Centro-Nord Italia. Questa impostazione ha fatto si che i contenuti del libro fossero al centro di oltre dieci cause civili avviate da Coop Italia e due consociate: Coop Liguria ed Estense.

«Le ossa dei Caprotti» è invece il racconto di questa dynasty industriale lombarda che si intreccia con la vita del primogenito Giuseppe. Prima le vicende e i rapporti tra padre e figlio che hanno portato nel 1986 l’ingresso dell’autore nell’azienda di famiglia secondo il consolidato modello del «partire dal basso» in diversi uffici fino all’esperienza negli States presso Dominick’s, a Chicago, insegna della Gdo dove ha lavorato per un anno come operaio e un anno negli uffici acquisti e marketing. Tornato in Italia porta in Esselunga le esperienze maturate e le innovazioni viste negli Usa e nel 2002 diventa amministratore delegato dell’azienda. Nel 2004 il padre lo allontana dall’azienda. Durante la presentazione de «Le ossa dei Caprotti» Giuseppe ha sottolineato che nel libro non voleva parlare del rapporto con il padre ma dei fatti, delle vicende che lo hanno colpito dal punto di vista professionale e personale mettendo un punto sul passato.

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