Storie Web martedì, Aprile 30
Notiziario

I sindacati metalmeccanici rilanciano su Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria e vanno in pressing sulla premier Giorgia Meloni. A lei si sono infatti rivolti i segretari generali di Fim, Fiom e Uilm, Uliano, De Palma e Palombella, chiedendo un incontro. E appena pochi giorni fa i segretari nazionali delle tre sigle delegati alla siderurgia hanno scritto ai commissari di Acciaierie chiedendo loro un incontro. Perché, allora, questo doppio sollecito, tenuto conto che di incontri sull’ex Ilva con i sindacati Palazzo Chigi ne ha fatti diversi e che l’ultimo c’è stato poco prima di Pasqua? Era il 25 marzo, infatti, e il Governo – con i ministri Urso, Calderone e Giorgetti e il sottosegretario alla presidenza, Mantovano – incontrò sia i sindacati che le associazioni dell’indotto per ragguagliarli su cosa era stato fatto. Ma a quasi due mesi dall’avvio dell’amministrazione straordinaria, i sindacati si dicono non soddisfatti.

I sindacati: non vediamo ancora un cambio di passo

Pur sapendo che la situazione è molto difficile e che il quadro venuto fuori è anche peggiore rispetto a quello stimato, i sindacati lamentano che nessun cambio di passo si é ancora visto. È sì mutato il clima, l’approccio verso le organizzazioni dei lavoratori adesso è distensivo e non più conflittuale come con la gestione dell’ex ad Lucia Morselli, ma ancora non ci sono le attese risposte sul piano industriale (Urso ha detto arriverà a breve) e su come saranno impiegati i 150 milioni messi a disposizione di Acciaierie in amministrazione straordinaria da Ilva in amministrazione straordinaria. Anche sulla cassa integrazione, si sa che sarà aperta una nuova procedura, ma non è ancora noto se sarà usata più massicciamente – attualmente è per 3mila come numero massimo – visto che la fabbrica é in gran parte ferma. Inoltre, lamentano i sindacati, nessuna novità anche sulla ripartenza di ciò che è inattivo da mesi. Il siderurgico continua a marciare con un solo altoforno, il 4, e per giunta a passo ridotto perché non ci sono materie prime.

Commissari AdI al lavoro su tre dossier

Intanto piano industriale da presentare quanto prima a supporto del prestito ponte del Mef da 320 milioni, che la Commissione Europea deve autorizzare, piano delle manutenzioni per spendere i 150 milioni di Ilva in amministrazione straordinaria e proroga del contratto di fitto attraverso il quale anche i commissari di Acciaierie gestiscono gli impianti e gli stabilimenti, così come ha fatto la società in cui erano ArcelorMittal e Invitalia: ecco i tre dossier su cui stanno lavorando i commissari di AdI, Quaranta, Fiori e Tabarelli. In quanto al piano industriale, si apprende, non sarà di prospettiva, come solitamente si intende, non ha ancora degli elementi distintivi, ma sarà legato a quello che chiede la UE per il prestito ponte. In sostanza, la Ue è disposta ad avallare i 320 milioni ma chiede di conoscerne la finalizzazione. La Commissione di Bruxelles vuol capire se sono uno step importante del rilancio, oppure un sostegno ad un’azienda che non ha liquidità e che rischia di affondare. Nel frattempo, il check up sugli impianti è stato completato ed ha confermato (e ampliato) le criticità già note. Ma da dove si partirà con i ripristini cominciando a spendere i 150 milioni? Le criticità sono manifeste, si fa presente in azienda. E avere la produzione della ghisa ma non disporre dell’acciaieria, non risolve niente. Così come avere l’acciaio e non poter usare i treni di laminazione. E allora si partirà gradualmente mettendo a posto le linee una dopo l’altra: agglomerato, altoforno, acciaieria e laminazione, per poi passare al secondo altoforno e alla seconda acciaieria. I 150 milioni ovviamente non basteranno ed è per questo che ci sono anche i 320. Invece sul contratto di fitto, i commissari delle due società stanno lavorando alla proroga ma non si sa ancora di quanto sarà. I tempi verranno definiti in funzione del piano industriale.

Primi aiuti per l’indotto

Sul fronte dell’indotto, intanto, le imprese attendono che i commissari di AdI completino la certificazione dei crediti in modo da poter accedere alle misure messe in campo da Sace, mentre sono già attive quelle di Mediocredito Centrale col fondo di garanzia. Sono inserite nel decreto n. 9 del 2 febbraio 2024, divenuto legge n. 28 del 15 marzo. È quella che ha previsto l’amministrazione straordinaria per Acciaierie d’Italia. In particolare, dice Mediocredito, è prevista l’ammissibilità delle imprese in fascia 5 del modello di valutazione del Fondo di garanzia (quelle con il peggior merito di credito che sono ordinariamente escluse), la gratuità dell’intervento e la maggiorazione delle percentuali di copertura all’80% per la garanzia diretta e al 90% per la riassicurazione. Le misure riguardano le pmi fornitrici e creditrici nei confronti di imprese che gestiscono almeno uno stabilimento industriale di interesse strategico nazionale ammesse alla procedura di amministrazione straordinaria. Le imprese beneficiarie devono aver prodotto, negli ultimi cinque esercizi precedenti la domanda garanzia, almeno il 35% del fatturato medio complessivo nei confronti dell’impresa committente sottoposta alle procedure di amministrazione straordinaria. In questo caso Acciaierie d’Italia.

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