Storie Web venerdì, Maggio 17
Notiziario

I giovani considerano il lavoro soprattutto una fonte di reddito, un diritto e un modo per affermare la propria indipendenza; ne vedono gli aspetti più interessanti in un’adeguata remunerazione, nella possibilità di fare esperienza, di imparare un mestiere, di operare in un ambiente ben strutturato e di essere apprezzati; temono di essere sfruttati, di non avere più tempo per se stessi, di dover sottostare ad orari rigidi e di avere problemi relazionali con i colleghi. Sono alcuni degli elementi che caratterizzano la relazione tra questa fascia della popolazione italiana e il lavoro, così come emergono dal Report FragilItalia “I giovani e il lavoro”, elaborato da Area Studi Legacoop e Ipsos, in base ai risultati di un’analisi condotta su 500 interviste a giovani dai 18 ai 34 anni per testarne le opinioni relative al tema.

L’indagine

Lo studio evidenzia, in premessa, come il lavoro, in una scala valoriale complessiva, si colloca, per i giovani dai 18 ai 34 anni, solo all’ottavo posto (indicato dal 32% degli intervistati), preceduto da rispetto (50%), onestà (44%), libertà (42%), amicizia (41%), sincerità (37%), senso della famiglia (36%). Inoltre, nel loro sguardo al futuro, i giovani manifestano un’esigenza di sicurezza (30%), uguaglianza (29%), stabilità (26%), ecologia (23%), innovazione e giustizia sociale (21%) e indicano i maggiori problemi della società moderna nella mancanza di prospettive per i giovani e di stabilità nel lavoro (32%), nella scarsa attenzione all’ambiente e al cambiamento climatico (29%) e nella mancanza di riconoscimento del merito (26%). Pensano, inoltre, che le principali sfide per il futuro del nostro Paese siano la protezione dell’ambiente e la lotta al cambiamento climatico (24%), il miglioramento della sanità pubblica e della gestione delle emergenze sanitarie (24%), la riduzione della povertà e della disuguaglianza sociale (21%), la riduzione della disoccupazione giovanile, la crescita economica e la riduzione del debito pubblico (20%).

Per gli under 35 il lavoro è in primo luogo una fonte di reddito (41%, con una punta del 49% per gli appartenenti al ceto medio), un diritto (39% medio, ma 45% nel ceto medio e 47% al Mezzogiorno) e un modo per affermare la propria indipendenza (38%, 42% nel ceto medio e 43% nel Mezzogiorno). Seguono, come tratti ritenuti rilevanti, la considerazione del lavoro come elemento che dà dignità alla persona (32%, con una punta del 38% al Sud) e che permette di costruirsi una posizione sociale (30%, 38% al Sud).

Il 40% dei giovani teme di essere sfruttato

Riguardo agli aspetti più interessanti del lavoro, il 33% (che sale al 39% nel ceto popolare) indica l’adeguata remunerazione, il 29% la possibilità di fare esperienza, il 25% la possibilità di lavorare in un ambiente ben strutturato e organizzato, con procedure e regole chiare, di essere apprezzato e di poter imparare un mestiere da persone più esperte. Tra le preoccupazioni legate al lavoro, il 40% (con una punta del 48% nel Mezzogiorno) indica il timore di essere sfruttato, il 28% di non avere più tempo per sé, il 24% gli orari di lavoro, il non avere buone relazioni con i colleghi e il non avere tutele.

L’identikit del lavoro ideale

A partire da queste valutazioni, è stato poi chiesto agli intervistati di indicare gli aspetti che qualificano il lavoro ideale. Al primo posto si colloca il trattamento economico (25%, che sale al 29% tra le donne), seguito da autonomia e indipendenza (24%), disponibilità di tempo libero, orari flessibili e stabilità del posto di lavoro (23%), buoni rapporti con i colleghi e i superiori (20%). La forma di retribuzione preferita (30%) è quella che preveda una base fissa e una componente variabile legata ai risultati raggiunti. In seconda posizione (26%) lo stipendio fisso integrato da forme di welfare aziendale per la previdenza complementare e il sostegno alla famiglia.

Condividere.
© 2024 Mahalsa Italia. Tutti i diritti riservati.