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I numeri
I risultati 2023 del gruppo Lindbergh – che ovviamente includono il nuovo ramo d’azienda solo dalla seconda metà dell’anno – sono stati positivi, ed hanno evidenziato un fatturato in complessiva crescita del 18,7% a 26,4 milioni. Anche non considerando l’apporto della nuova linea di business, la crescita dei ricavi sarebbe stata del 13,4%, ed in particolare l’attività di Network Management (servizi di logistica per i tecnici manutentori con consegna notturna) ha evidenziato un incremento del 12,7% a 21,3 milioni, quella di Waste Management (gestione dei materiali reflui e rifiuti speciali) del 19,7% a poco più di 3 milioni e quella di Warehouse Management (gestione del parco carrelli) dell’11,2% a 925.000 euro.
L’ebitda è salito del 22,2% a 3,4 milioni, l’ebit del 30,8% a 1,7 milioni e l’utile netto del 32,5% a 1,16 milioni. Questo significa che i margini reddituali sono aumentati in misura superiore ai ricavi e che quindi la nuova attività – almeno per ora – non ha portato a una contrazione della redditività.
Questo nonostante un costo del lavoro balzato del 38,7% a poco meno di 5 milioni ed altri costi operativi in aumento del 29,7% a circa 660.000 euro essenzialmente per la presenza di circa 83.000 euro di sopravvenienze passive per cessioni di immobilizzazioni effettuate dalla capogruppo.
L’utile netto ha però beneficiato di un’incidenza fiscale scesa dal 28,7% al 24,4%.Con tante acquisizioni a questo punto ci si chiederà quale sia la situazione a livello di debito. Al 31/12/2023 l’indebitamento finanziario netto ammontava a 3,79 milioni, in lieve aumento rispetto ai 3,14 milioni di fine 2022 e con un rapporto Debt/Equity pari a 0,64 volte, pertanto del tutto fisiologico. Il flusso finanziario della gestione operativa è stato di 2,57 milioni (2,39 milioni nel 2022) e nel 2023 gli investimenti complessivi sono ammontati a 2,86 milioni, di cui 1,19 in diritti d’uso.
Nel corso dell’anno sono stati rimborsati finanziamenti per 1,3 milioni e sono stati effettuati buy-back per circa 253.000 euro.
