Storie Web domenica, Maggio 19
Notiziario

Che tempo che fa, intervistato da fabio Fazio, Zerocalcare, presentando il nuovo fumetto ha parlato del dissenso in Italia, ma anche del suo rapporto col successo.

Zerocalcare a Che tempo che fa

Il prossimo 7 maggio esce il nuovo libro di Zerocalcare, “Quando muori resta a me” (Bao Publishing) che questa volta avrà come personaggio principale il padre del fumettista romano, uno dei meno raccontati nei suoi libri. Ieri sera, intervistato da Fabio Fazio a Che tempo che fa, Zerocalcare ha parlato, oltre che del libro, anche di politica e del suo rapporto col successo, due argomenti cardine per il fumettista, come sa chiunque lo segua con i libri, nelle interviste e nelle poche apparizioni social che fa: “Il successo lo vivo come qualcosa che devo restituire. Se lo vivo in maniera individuale, lo vivo come una colpa. Se invece riesco a fare in modo di restituire qualcosa alle persone che mi hanno aiutato, alle persone con cui sono cresciuto, mi sembra che possa espiarlo un po’” ha spiegato.

Il fumettista e i sentimenti in famiglia

E in effetti probabilmente deriva anche da questo – oltre che da anni e anni di attivismo sul campo – la voglia dell’artista di raccontare nelle sue storie anche storie di popoli vessati, che subiscono soprusi e che non trovano molto spazio nelle cronache mainstream. Storie che si alternano anche a quelle familiari, con genitori e amici che sono stati trasfigurati in animali a cui il suo pubblico è ormai affezionatissimo e che, col tempo, si sono animati grazie alle trasposizioni in serie. A proposito del racconto dei sentimenti in famiglia Zerocalcare ha detto: “Sentimenti e argomenti come ‘dolcezza’ non vengono mai verbalizzati all’interno della famiglia mia, ma secondo me è proprio una questione maschile e in parte anche generazionale. Forse i pischelli di oggi sono più spigliati su questo punto di vista, mi sembra siano migliori di noi”.

Zerocalcare e il dissenso

Infine, sempre a proposito di attivismo e politica, il fumettista ha parlato di come vive il dissenso: “C’è un problema nel nostro Paese con il dissenso da molti anni, non è di adesso ed è andato sempre peggiorando. Il problema è che oggi il dissenso è così poco ed è così tanto malvisto che ormai basta un ragazzino di 16 anni che lancia una latta di vernice sul muro che viene denunciato per associazione a delinquere; quindi, penso che bisognerebbe riportare tutto a un pochino una normalità. E questo succede perché siamo disabituati alla critica, al metter in discussione quello che arriva dall’alto e fa sì che quando qualcuno lo fa sembra un rompiscatole o un bandito in qualche modo. Invece dovrebbe essere proprio il motore del progresso quello”.

Di cosa parla Quando muori resta a me

“Quando muori resta a me” è il nuovo libro di Zerocalcare e racconta la storia di un padre e del figlio che intraprendono un viaggio verso il Paese delle Dolomiti da cui proviene la famiglia paterna, un modo per parlarsi un po’ di più e capire meglio il padre, cercando di abbattere la cortina che c’è tra i due e gli impedisce di comunicare di cose significative e come si legge nella nota stampa dell’editore: “Questo rende difficile la trasferta, quando si capisce che la loro famiglia non è vista di buon occhio – anzi, da alcuni è proprio odiata – in paese. Le radici dell’odio risalgono a prima della Grande guerra, e si intrecciano al mistero che circonda, da trentacinque anni, il giorno più misterioso ed emblematico della vita di Calcare, quello che lui fin da bambino ricorda come “Il giorno di Merman”. Negli interstizi dei non detti, l’amore incrollabile di un padre per il suo unico figlio attraversa alcune delle pagine più buie della Storia del nostro Paese, silenziosamente coraggioso”.

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