Storie Web sabato, Maggio 18
Notiziario

Con l’avvio, lunedì 6 maggio, del collocamento della quarta emissione del BTp Valore prosegue la strategia del Governo di ampliare il coinvolgimento degli italiani nell’acquisto diretto, con i propri risparmi, del debito pubblico tricolore al fine di metterlo al sicuro dalla speculazione finanziaria. Fin dal suo insediamento l’Esecutivo guidato da Giorgia Meloni ha dichiarato di voler proteggere il nostro debito da nuovi shock finanziari. Aumentare la quota del debito pubblico nelle mani degli italiani è infatti un buon baluardo per gestire al meglio le possibile future bufere sui mercati. Basta ricordare quanto era successo nel 2011-2012, nella fase più acuta della crisi dei debiti sovrani: la quota di titoli di Stato detenuta dalle famiglie aveva contribuito a reggere le sorti del sistema Italia, mentre gli investitori stranieri, spaventati e diffidenti, abbandonavano i titoli governativi domestici.

La percentuale di possesso di BoT e BTp saldamente nelle mani degli italiani è già più che raddoppiata nel giro di due anni. A fine 2021 gli investitori privati detenevano il 6,4% dei titoli emessi dal Tesoro (con il debito che viaggiava intorno a 2.570 miliardi), oggi le imprese e soprattutto le famiglie detengono il 13,5% di un debito pubblico che a fine febbraio scorso ha toccato 2.850 miliardi di euro. Una quota destinata sicuramente ad aumentare già da settimana prossima, al termine del collocamento della quarta tranche del BTp Valore.

Stimolati da rendimenti allettanti, i cittadini a suon di acquisti di titoli di Stato, si stanno quindi assumendo la responsabilità finanziaria di sostenere il crescente fabbisogno statale. Del resto, dal dopoguerra in poi, uno Stato ansioso di garantire tutto a tutti e troppo tollerante nei confronti della diffusa evasione fiscale, ha via via fatto lievitare il debito pubblico per finanziare le varie voci di spesa pubblica (sanità, generose pensioni e così via), e ha consentito alle famiglie italiane di essere tra le meno indebitate al mondo, ma considerando solo il debito privato.

Servizi “pubblici” che negli ultimi anni, però, sono sempre più direttamente a carico dei cittadini che devono confidare sulla capacità individuale di pianificare le proprie finanze. E con un debito pubblico che in futuro comunque dovrà essere ripagato e alla fine ricadrà sempre sulle loro spalle.

I miliardi di euro che gli italiani stanno utilizzando per comprare i titoli di Stato, possono quindi essere considerati dei veri e propri buy back, vale a dire riacquisti di BTp in circolazione che in genere il Tesoro realizzava direttamente, utilizzando le risorse accumulate su uno speciale fondo di ammortamento per ridurre lo stock di debito. L’ultima operazione di riacquisto comunicata dal Mef risale a metà dicembre 2022, quando il Tesoro ha riacquistato 3,4 miliardi di euro di BTp. Da allora ai buy back ci pensano le famiglie con i loro risparmi.

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