Storie Web martedì, Aprile 30
Notiziario

Il trend di forte crescita dei piatti pronti surgelati è ancora più evidente se si considera anche il mondo del fuori casa. La ripresa dell’horeca (bar e ristoranti) sembra infatti aver cavalcato ancora di più il miglioramento delle tecniche del freddo che riescono a preservare tutto il gusto delle preparazioni.

«L’alta qualità è la nostra principale caratteristica, non è una sempre così scontato – sottolinea Massimiliano Bacchini, consigliere di amministrazione e direttore commerciale di Surgital, società specializzata nella pasta fresca surgelata, che rappresenta oltre il 60% delle preparazioni –. Il pregiudizio sui surgelati c’è ancora ma certamente meno di qualche anno fa. E molto meno da parte degli operatori professionali che ormai conoscono il valore dei nostri prodotti».

I risultati danno ragione al lavoro svolto: nel 2023 i ricavi consolidati del Gruppo  hanno superato i 123 milioni, segnando un +16% sul 2022 che a sua volta aveva visto una crescita di oltre il 30%. L’ebitda sarà superiore a i 20 milioni. «Risultati decisamente positivi soprattutto perché superano di diversi punti percentuali il budget previsionale – dice Bacchini – e nonostante i rialzi dei costi delle materie prime e di quelli energetici che sono rimasti alti».

Cosa vi ha premiato? «Ha influito la crescita dei consumi fuori casa sia interni che da parte dei turisti, ma anche il fatto che siamo ben distribuiti sia in Italia che all’estero (che vale circa il 45% del fatturato, ndr). Siamo un’azienda che innova molto i suoi prodotti. Siamo multibrand e multicanale, abbiamo marchi dedicati a ogni settore e oltre all’horeca, abbiamo anche una quota di fatturato del 25-30% che deriva dalle vendite retail, principalmente attraverso le private label. Inoltre siamo fornitori di alcuni gruppi industriali e siamo presenti anche nel door to door».

Funzionano sia i semilavorati che i prodotti pronti “microondabili”. «La ristorazione tradizionale e gli alberghi hanno in genere più bisogno di pasta fresca, i bar o le catene del piatto già pronto e condito – dice Bacchini –. In entrambi i casi la mancanza di manodopera ha favorito la crescita della domanda di piatti pronti e di semilavorati, soprattutto delle catene che richiedono processi di preparazione snelli e predefiniti».

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