Storie Web venerdì, Maggio 3
Notiziario

I punti chiave

  • Visitatori giovani e Scuole di design
  • Il lavoro degli scenografi e delle maestranze del Piccolo
  • Il Velluto blu, il trono, i tubi d’ottone

Nei primi giorni di Salone non ci sono state le code interminabili in stile Uffizi. Ma l’accesso alla Fiera era limitato ai soli operatori, gente con l’agenda piena di appuntamenti di business e i piedi veloci. In attesa di visitare “Interiors by David Lynch. A Thinking Room”, l’installazione del maestro del cinema dell’inconscio con la curatela di Antonio Monda, si sono visti giovani designer e studenti delle scuole. Ma da sabato, quando i tornelli saranno aperti al grande pubblico, c’è da attendersi un po’ di coda per visitare una delle installazioni più originali tra quelle viste al Salone del Mobile negli ultimi anni. Ne vale la pena.
L’accesso è appena oltre i Padiglioni 5 e 7. L’area di visita è speculare. Sono due strutture concepite identiche proprio per raddoppiare le possibilità di accesso e le simboliche porte d’ingresso al Salone del Mobile, come ideate da Lombardini 22, lo studio che ha progettato il layout della Fiera. La struttura esterna, damasco rosso sipario, è quasi un’introduzione al camminamento progettato da Andrea Barbato e Paolo Di Benedetto del Piccolo Teatro di Milano che conduce al cuore dell’installazione.

La magia di Lynch al Salone del Mobile

Photogallery12 foto

Visualizza

Si tira il sipario e ci si trova in un percorso in cui ci sono una dozzina di schermi da 56 pollici, come un grande televisore di casa, in cui scorrono le immagini dei film di Lynch. Si vede come il regista usa le scenografie e i mobili nei suoi film. Gli appassionati possono giocare a riconoscerle. «La scenografia, i mobili», dice Monda, «in Lynch hanno una vita autonoma, non sono solo un fondo, un oggetto. Hanno una personalità definita». Probabilmente per il rapporto che lo stesso Lynch ha con il legno e, di conseguenza, i mobili. «Quando l’ho incontrato per parlargli del progetto», racconta Monda, «mi ha accolto a casa sua in una sorta di falegnameria. Era intento a lavorare veramente su pezzi di legno. Piallava, modellava».

Dal camminamento si arriva al cuore dell’installazione, la Thinking Room. Fuori velluto blu (quasi a riecheggiare il titolo del film più iconico di Lynch). All’interno un trono di legno sormontato da tubi d’acciaio. Un posto concepito per andare con il pensiero, farlo viaggiare.

I mobili sono stati disegnati dal regista e realizzati dalle maestranze del Piccolo. «È un posto che mette il visitatore in una dimensione completamente sua, altra. Entri in un altro posto», dice Monda. «Come il protagonista di “Strade Perdute”, Bill PUllman, che entra in un buio impossibile, assurdo, assoluto. Un luogo che non esiste», spiega il curatore.Fuori Il Salone. Gli operatori che filano veloci tra gli stand a caccia d’affari. I visitatori del fine settimana che avranno più tempo per entrare nella stanza di Lynch e pensare.

Condividere.
© 2024 Mahalsa Italia. Tutti i diritti riservati.