Storie Web venerdì, Maggio 3
Notiziario

I procuratori di Manhattan hanno accusato Donald Trump di aver mentito «più e più volte» sui pagamenti effettuati alla pornostar Stormy Daniels nei giorni precedenti le elezioni del 2016 per evitare che la sua relazione diventasse pubblica.

Il 77enne ex presidente degli Stati Uniti ha «orchestrato un piano criminale per corrompere le elezioni presidenziali del 2016», ha dichiarato l’assistente procuratore distrettuale Matthew Colangelo ai sette uomini e cinque donne scelti per decidere il caso. Trump ha continuato a coprire le transazioni perché «voleva nascondere la sua condotta criminale e quella di altri», ha aggiunto Colangelo. E’ iniziata così mentre iniziava l’arringa del primo processo penale contro un ex presidente degli Stati Uniti.

La presunta cospirazione

Il pm ha spiegato che «la cospirazione è iniziata» pochi mesi dopo che Trump aveva annunciato la sua candidatura nel 2015 in un incontro tra lui, il suo avvocato tuttofare Michael Cohen e l’editore del National Enquirer David Pecker. In quell’incontro «organizzarono una cospirazione per influenzare le elezioni presidenziali nascondendo informazioni negative su Trump al fine di aiutarlo a essere eletto», ha detto. Colangelo ha affermato che la cospirazione comprende i pagamenti di Cohen alla pornostar Stormy Daniels poche settimane prima delle elezioni del 2016, perche’ non rivelasse un vecchio affair col tycoon. Pagamenti che a suo avviso furono eseguito “su indicazione dell’imputato per influenzare le elezioni presidenziali”. Dopo il voto Trump rimborso’ Cohen per quei pagamenti e ne “mascherarono lo scopo”. Il tycoon «dichiarò nei documenti aziendali che stava pagando Cohen per servizi legali in base a un accordo inesistente».

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Pagamenti per insabbiare le notizie

Matthew Colangelo ha descritto in aula la pratica del «catch and kill» (prendi e uccidi) usata dal tycoon, dal suo avvocato Michael Cohen e dall’editore del tabloid National Enquirer David Pecker per tutelare l’immagine di The Donald. «È un modo di comprare informazioni dannose non per pubblicarle ma per nasconderle, farle sparire e, in questo caso, aiutare il candidato», ha detto Colangelo. Il primo episodio, ha riferito, fu il pagamento da parte del tabloid di 30.000 dollari all’ex portiere della Trump Tower per un’esclusiva poi insabbiata, quella secondo cui Trump era padre di un figlio fuori dal matrimonio. Il secondo fu il pagamento di 150.000 dollari alla coniglietta di Playboy Karen McDougal per un’altra storia in esclusiva da non pubblicare, riguardante una sua relazione passata col tycoon: «L’imputato voleva disperatamente che queste informazioni su Karen McDougal non diventassero pubbliche perché era preoccupato per le elezioni». Il pm ha anche sostenuto che il tabloid fu usato per attaccare gli avversari di Trump nella corsa alla Casa Bianca, accusando Bern Carson di negligenza medica e il senatore repubblicano Ted Cruz di “infedeltà sessuale” e di “avere qualche legame familiare con l’assassinio di Jfk”.

Gli argomenti della difesa

«Donald Trump è innocente, non ha commesso alcun crimine». Così Todd Blanche, uno degli avvocati dell’ex presidente americano nel caso pornostar, ha iniziato le sue dichiarazioni preliminari. Trump «è un uomo, è un marito, è un padre. È una persona proprio come voi e proprio come me», ha proseguito il legale, insistendo nel chiamare il tycoon “presidente”. L’avvocato ha poi contestato il castello accusatorio, sostenendo che i 34 capi di imputazione sono solo pezzi di carta e che «nessuno di essi è un crimine», riferendosi ai 34 assegni con cui, secondo il Pm, l’allora avvocato del tycoon Michael Cohen sarebbe stato rimborsato dopo aver anticipato di tasca propria i 130 mila dollari pagati alla pornostar Stormy Daniels. «La giuria scoprirà un sacco di ragionevoli dubbi», ha aggiunto.

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