Storie Web venerdì, Maggio 17
Notiziario

Seconda morte sospetta in pochi mesi tra i whistleblower legati allo scandalo dei malfunzionamenti degli aerei Boeing. L’ingegnere meccanico Josh Dean, ex addetto al controllo di qualità nella società Spirit AeroSystem, fornitrice di Boeing per alcuni componenti dei 737 Max è morto martedì scorso, 30 aprile, dopo aver lottato due settimane con una strana e improvvisa infezione. La notizia è stata diffusa poche ore fa. Dean, di Wichita, Kansas, dove ha sede la società Spirit, è stato uno dei primi whistleblower a sostenere che il management della sua azienda aveva chiuso un occhio sui difetti di fabbricazionedel Boeing 737 Max. L’ingegnere “talpa” di Spirit aveva 45 anni, era in buona salute ed era noto per il avere uno stile di vita sano, racconta The Seattle Times.

Il portavoce di Spirit, Joe Buccino in una nota ha espresso il cordoglio della società: «I nostri pensieri sono con la famiglia di Josh Dean. Questa perdita improvvisa è una notizia incredibile per noi e per i suoi cari». Dean aveva testimoniato in un procedimento giudiziario contro gli azionisti di Spirit e aveva anche presentato un reclamo alla Federal Aviation Administration sostenendo la «condotta grave da parte dei responsabili della qualità coinvolti nella linea di produzione del 737» della sua società Spirit.

Licenziato dopo le rivelazioni

Spirit dopo la causa e i ricorso alla FAA aveva licenziato Dean nell’aprile 2023. Lui in risposta aveva presentato una denuncia al Dipartimento del lavoro sostenendo che il licenziamento era una ritorsione della sua azienda per aver sollevato il caso presso l’Agenzia federale che supervisiona la sicurezza aerea. Carol Parsons, la zia di Dean, ha raccontato, che l’uomo due settimane era andato in ospedale perché aveva problemi a respirare poco più di due settimane fa. È stato subito intubato e ha sviluppato una polmonite e poi una grave infezione batterica, Le sue condizioni sono peggiorate rapidamente ed è stato trasportato in aereo da Wichita a un ospedale di Oklahoma City. Lì, gravissimo, è stato posizionato nella macchina che fa circolare e ossigena il sangue dei pazienti fuori dal corpo, assumendo il controllo della funzione cardiaca e polmonare quando gli organi non funzionano più da soli, sedato e sottoposto a dialisi. Sua madre ha pubblicato un messaggio su Facebook raccontando tutti i dettagli e dicendo che Dean stava «lottando per la sua vita». Una Tac aveva rivelato che aveva anche avuto un ictus. Nelle ultime ore prima della morte, i medici erano arrivati a valutare la possibilità di amputare entrambe le mani ed entrambi i piedi per tentare si salvargli la vita. «Quello che ha passato è stato brutale. Straziante», hanno raccontato i parenti.

La seconda morte sospetta

Josh Dean nella causa contro Boeing e Spirit era assistito da uno studio legale della Carolina del Sud che aveva seguito anche l’altro whistleblower della Boeing, John “Mitch” Barnett, morto anche lui in condizioni sospette: Barnett a marzo è stato trovato morto per un apparente suicidio. L’episodio è avvenuto nei giorni in cui stava rilasciando deposizioni contro Boeing per l’ostracismo scatenato a suo dire dalla società contro di lui in seguito ai suoi Report che evidenziavano i difetti di qualità riscontrati nelle linee di produzione del Boeing 787 nello stabilimento di Charleston, Carolina del Sud. Città dove l’uomo abitava e dove è stato trovato morto per una ferita da arma da fuoco. L’ufficio del coroner della contea di Charleston ha riferito che la morte di Barnett sembrava essere dovuta «a una ferita da arma da fuoco autoinflitta». Tuttavia quasi due mesi dopo, le indagini della polizia sulla sua morte sono ancora in corso.

Brian Knowles, uno degli avvocati di Dean, ha detto di non voler speculare sulla tempistica e sulle circostanze ravvicinate delle due morti. «I whistleblowers sono preziosi perché portano alla luce illeciti e corruzione nelle società. Ci vuole molto coraggio per mettersi contro questi colossi», ha detto Knowles. «I nostri pensieri ora sono con la famiglia di John e la famiglia di Josh».

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