Storie Web lunedì, Maggio 6
Notiziario

Sono ancora molte le incognite che accompagneranno il mercato obbligazionario nei prossimi mesi, dall’inflazione all’economia per passare al quadro geopolitico in costante evoluzione. Ce ne parla Anne-Sophie Chouillou, partner di Anthilia Capital Partners e gestore responsabile del fondo Anthilia Yellow. Anthilia Capital Partners Sgr è una società italiana indipendente che gestisce oltre 2,5 miliardi di euro.

Cresce l’attenzione verso il comparto obbligazionario. Quali sono i driver di crescita?

La situazione macro è di difficile lettura ma i driver del comparto obbligazionario sono crescita e inflazione con situazioni completamente diverse negli Stati Uniti e in Europa. Negli Usa l’economia è lontana dal soft landing, ma un cigno nero potrebbe arrivare dal mercato degli immobili commerciali e quindi rallentare la Fed nel ciclo di ribassi dei tassi. In Europa, l’economia fatica a ripartire e quindi la Bce, se l’inflazione confermasse la tendenza alla discesa, dovrebbe a breve procedere con una serie di tagli, intervento che dovrebbe supportare il comparto obbligazionario e in particolare la parte breve delle curve visto che queste sono ancora invertite.

In questa fase conviene puntare di più sui titoli governativi oppure sui corporate?

I governativi potrebbero beneficiare di un flight-to-quality nel caso si verifichi un ulteriore inasprimento delle incertezze del quadro geopolitico in Medio Oriente. Intanto, in termini di rendimento assoluto, preferiamo i titoli obbligazionari corporate e in particolare quelli finanziari, e per quanto riguarda i titoli non finanziari quelli con rating Investment Grade di standing più elevato. Per il non finanziario high yield esiste un rischio a causa della vulnerabilità del comparto se dovesse manifestarsi un deterioramento del contesto macro.

Perchè preferisce i bond corporate finanziari?

Perché rappresentano un’opportunità in quanto molto meno rischiosi rispetto ad un tempo. Le banche sono molto più capitalizzate essendo sottoposte ai rigidi controlli eseguiti nel quadro di regolamentazione e vigilanza del settore bancario europeo, introdotto dopo la crisi finanziaria del 2008. In particolare, il Cet1 (Common Equity Tier 1) medio del settore era inferiore al 6% al livello europeo e ora siamo poco sopra il 15%. Il comparto è oggi meno rischioso anche rispetto a quello delle obbligazioni societarie industriali che incorporano molto di più il rischio di un rallentamento del ciclo economico e non è ancora chiaro l’impatto del soft landing. Il recente affermarsi di tensioni legate all’esposizione di alcune banche regionali al settore degli immobili commerciali (Commercial Real Estate) Usa ha portato, in Europa, a una sottoperformance di alcuni emittenti esposti ma lo stress resta circoscritto in questi sottosettori di emittenti specializzati.

Quanto conta per voi il merito di credito di un emittente?

Studiamo a fondo l’emittente tramite un’analisi del credito che prevede uno studio dei fondamentali per poi evidenziare dove posizionarsi nella struttura di capitale. Si sceglie la parte più rischiosa per emittenti molto ben capitalizzati e invece, per emittenti potenzialmente più a rischio, la parte senior, in modo da evitare perdite in caso di difficoltà.

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