Storie Web martedì, Aprile 30
Notiziario

WASHINGTON DC – Tra le novità presentate ad Appian World 2024, l’annuale conferenza internazionale della software company leader nell’automatizzazione dei processi aziendali, c’è l’implementazione della lunga collaborazione strategica con Amazon Web Services (AWS). Nello specifico l’accordo è rivolto a potenziare il data fabric di Appian con le funzionalità di intelligenza artificiale generativa offerte dalla sussidiaria di Amazon. Da una parte il servizio fornito da Amazon Bedrock, che permette di scegliere quale Large Language Model utilizzare fra i tanti disponibili, e dall’altra sulle funzionalità di machine learning fornite da Amazon Sagemaker, il servizio cloud di AWS che permette di creare, addestrare e distribuire modelli di Ai personalizzati. L’accordo stretto con il colosso del cloud computing è un concreto passo avanti per Appian per potenziare la propria piattaforma nata per automatizzare i processi aziendali con l’Ai, avendo la certezza che i propri dati rimangano sicuri e riservati e che non verranno utilizzati per addestrare i large language model.

Michael Beckley, CTO di Appian

Il concetto di PrivateAI di Appian

Privacy e sicurezza nell’utilizzo dei dati sono concetti centrali per l’azienda americana quotata sul Nasdaq, che l’anno scorso ha fatturato 545 milioni di dollari ed ha appena festeggiato i 25 anni di attività. L’approccio “private Ai” di Appian offre alle aziende medio-grandi la possibilità di avere il massimo controllo sui propri dati, garantendo che i risultati e i dati gestiti dall’intelligenza artificiale rimangano “on site”, cioè di proprietà dell’azienda cliente e non trasferiti, come sottolineato, su cloud terzi per addestrare linguaggi di intelligenza artificiale generali.In pratica la private Ai mette insieme le informazioni che stanno nel cloud (data fabric) di Appian con le domande dell’utente in linguaggio naturale, eliminando la complessità di dover istruire dei modelli di intelligenza artificiale e in cui domande e risposte sono profilate in base a chi sta facendo query all’interno del data fabric. Un approccio sistemico ideale per le aziende che si trovano ad affrontare la carenza di data scientist e di skill IT e che hanno bisogno di incorporare facilmente l’intelligenza artificiale nei processi aziendali mantenendo il livello di sicurezza dei propri dati ai massimi livelli. Una mission confermata in un incontro con la stampa internazionale da Matt Calkins, CEO e founder di Appian. «Dovremmo essere più conservatori riguardo alle informazioni che esponiamo all’Ai. La maggiori parte dei fornitori di Ai chiedono di centralizzare i dati aziendali, con lo scopo di addestrare il loro algoritmo. Il nostro approccio è l’opposto: lasciamo i dati dove sono e vi accediamo secondo necessità per informare l’Ai e offrire risposte alle domande che gli vengono poste. In uno scenario dove gli altri provider vogliono dati centralizzati e idealmente proprietari, la nostra private Ai garantisce privacy e sicurezza attraverso la decentralizzazione».Un’Ai più etica e sicura costituisce, secondo Appian, un vantaggio competitivo sul mercato aziendale rispetto agli altri fornitori di piattaforme di intelligenza artificiale, come ha sottolineato l’intervento del CTO Michael Beckley: «L’affermazione dell’intelligenza artificiale è una realtà e creerà rapidamente un forte vantaggio competitivo per le organizzazioni che sanno come utilizzarla. Le aziende che aggiornano i propri processi aziendali principali con l’intelligenza artificiale e gli insight basati sui dati di Appian prospereranno, mentre quelle che non lo faranno perderanno il controllo dei propri dati e del proprio futuro».

Appian potenzia l’Ai e annuncia nuove acquisizioni di clienti in Italia

Appian ha annunciato contestualmente anche l’introduzione di nuove funzionalità Ai con la release Process HQ, concepita per massimizzare l’efficienza operativa e il processo decisionale strategico basato sui dati, senza dover ricorrere a costose e lunghe attività di raccolta dati, riducendo costi e rischi. In particolare sono undici le nuove skill di Ai introdotte con Process GQ (riassunto di documenti, identificazione di PII, estrazione di dati da documenti ed e-mail, generazione di testi e altro ancora) a cui si aggiunge anche l’introduzione di un Ai Copilot, che automatizza le attività di sviluppo più ripetitive generando esempi di dati e test dell’applicazione, semplificando così il lavoro degli sviluppatori.Una necessità che passa anche dalle aziende e PA italiane con cui Appian collabora dal 2105, ribadita da Silvia Speranza, regional vice president. «In Italia, la crescita di Appian anno su anno è intorno al 30% in termini di revenue e quest’anno abbiamo ambizione di crescere del 40% distribuito sia in ambito software sia servizi», esordisce Speranza in una chiacchierata a valle degli annunci di Washington, annunciando due tre acquisizioni che verranno ufficializzate nei prossimi mesi. Questo grazie ad una strategia comune sul mercato e un canale di partner che dal 2023 ha incrementato il proprio valore, sul quale Appian rimarrà focalizzata nel 2024, spingendo sulla valorizzazione dei key partner, una quindicina, tra cui il Comune di Milano dal 2021 (premiato per la digitalizzazione), Eni, Iccrea Cooperative Banking Group (sviluppate 13 applicazioni bancarie in un anno grazie alla piattaforma low-code), mondo pharma (Angelini, Sanofi, Novartis) e Poste Italiane con cui è stata efficentata la produttività del 70%.

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