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Ilaria Salis detenuta in Ungheria



28 Marzo 2024



12:49

Il leader di Sinistra Italiana e deputato di Avs Nicola Fratoianni ha assistito all’udienza del processo a Ilaria Salis, durante la quale il giudice ha negato domiciliari: “Il giudice, senza neanche ritirarsi per prendersi un minuto di riflessione, ha deliberato respingendo la richiesta dei domiciliari”, ha detto in un’intervista a Fanpage.it.

Ilaria Salis resterà in cella. Il tribunale di Budapest all’udienza di questa mattina ha respinto infatti la richiesta di passare ai domiciliari in Ungheria, presentata dai legali della donna. Il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, insieme alla senatrice di Avs Ilaria Cucchi, si sono recati a Budapest insieme a una delegazione di attivisti e politici italiani, per assistere all’udienza di Ilaria Salis. Oltre ai rappresentanti di Alleanza Verdi e Sinistra, in tribunale erano presenti anche esponenti M5s, Pd, Italia Viva.

La 39enne, insegnante milanese detenuta a Budapest da oltre un anno con l’accusa di aggressione ai danni di tre militanti neo-fascisti nel corso di una manifestazione, è stata condotta in tribunale ancora una volta legata con catene e guinzaglio.

Un gruppo di amici e attivisti della detenuta ha denunciato di aver ricevuto minacce, e hanno raccontato di essere stati apostrofati con frasi come Stai “zitto o ti spacco la testa”. Del gruppo di una quindicina di persone italiane aggredite verbalmente faceva parte anche Zerocalcare, oltre a esponenti di Giuristi democratici.

Il video di Ilaria Salis oggi in aula a Budapest di nuovo in catene e al guinzaglio: negati i domiciliari

Per una serie di problemi tecnici i tempi del processo si sono dilatati: il giudice Jozsef Sòs ha quindi deciso di non ascoltare una delle vittime e i due testimoni previsti per oggi. Fanpage.it ha contattato telefonicamente il deputato di Avs e leader di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni subito dopo l’udienza, mentre si trovava ancora all’interno del tribunale.

Ci racconta cosa è successo oggi in tribunale?

È stato un processo molto veloce, che è stato ridotto fin dall’inizio nella sua portata, segnato da problemi tecnici che non hanno consentito il collegamento con i testimoni. L’avvocato ungherese di Ilaria ha chiesto che venissero concessi i domiciliari, fornendo un luogo in Ungheria per scontare la pena, offrendo anche una cauzione di 16 milioni di fiorini, che corrispondono a 40mila euro, dichiarando la disponibilità della detenuta a indossare il braccialetto elettronico di controllo. Di fronte a tutto questo è stata sottolineata anche l’enorme sproporzione non solo nella richiesta di condanna, ma anche nella pena già scontata. Ilaria si trova da oltre 13 mesi nelle carceri ungheresi. Siamo in presenza di una palese e gigantesca sproporzione. La Procura si è limitata a opporsi, e il giudice, senza neanche ritirarsi per prendersi un minuto di riflessione, ha deliberato respingendo la richiesta dei domiciliari.

Quale luogo era stato indicato per i domiciliari?

Era stata individuata una casa a Budapest.

Vi aspettavate questa decisione sui domiciliari? Il giudice ha detto che “Le circostanze non sono cambiate”. Significa che Ilaria resterà in cella nei prossimi mesi?

Il giudice ha detto sostanzialmente che non ci sono nel caso novità significative, continuando a indicare non ben precisate condizioni di pericolo di fuga, condizioni del tutto assenti evidentemente e lungamente smontate dall’avvocato. Il risultato è che Ilaria oggi è ancora un prigione.

Ilaria Salis è stata portata in manette e catene, poi le sono state tolte?

Oggi è stata condotta per l’ennesima volta in tribunale con le catene ai polsi e ai piedi. A un certo punto le sono state allentate. Dopo l’udienza è stata nuovamente portata via da agenti con il cappuccio in testa, come era entrata. Una situazione vergognosa e impressionante, ben lontana da quello che concepiamo come Stato di diritto. Bisognava vederla l’Aula: una stanza piccola, piena, con Ilaria Salis circondata da agenti speciali, come se davvero la detenuta potesse costituire un pericolo.

Gli attivisti e amici di Ilaria Salis sono stati insultati e minacciati da estremisti di estrema destra? Cosa è accaduto? 

Io e Ilaria Cucchi personalmente non abbiamo assistito all’aggressione, ma ci è stato raccontato che all’arrivo di fronte al tribunale c’era un gruppetto di personaggi che riprendeva la scena con i telefonini, e che in ungherese avrebbero minacciato di rompere la testa agli attivisti amici di Ilaria e ai suoi legali. Le frasi ci sono state riportate e confermate dall’interprete.

La prossima udienza è fissata la 24 maggio. Cosa succederà nel frattempo?

Da qui al 24 maggio presumibilmente nulla cambierà, il suo avvocato ha annunciato il ricorso contro la decisione di oggi. Dunque ci sarà l’opportunità di valutare ancora i domiciliari. Difficile immaginare che il giudice da ora al 24 maggio valuti autonomamente un cambio delle condizioni tale da richiedere un suo intervento.

Secondo il ministro degli Esteri Antonio Tajani è un errore un’eventuale candidatura di Ilaria Salis alle europee, perché sarebbe sbagliato politicizzare il processo. Lei cosa ne pensa?

Penso innanzi tutto che in casi come questi la priorità sia la tutela della persona, di una donna italiana che vive una vicenda del tutto parossistica e drammatica. Il tema non è speculare, il tema è evitare ogni azione che possa per lei costituire un problema, piuttosto che una soluzione. È una questione troppo seria e delicata per lei per essere affrontata in modo avventato. Tajani dice che il caso non va politicizzato, ma il punto non è questo. C’è invece un enorme problema politico che riguarda Orban, che riguarda l’Ungheria. Serve eccome fare polemica politica sul premier ungherese e sull’inazione del governo italiano, sui ritardi della sua iniziativa. Tutt’altra questione è invece l’ipotesi di una candidatura, di cui si sta parlando. Decisioni di questo tipo vanno prese solo nell’interesse della persona.

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