Storie Web martedì, Aprile 30
Notiziario

Carrozze, giardini, opere d’arte. Un gioiello dell’architettura rinascimentale che si articola in oltre 120.000 mq di superfici, tra edifici e giardini, ed ospita circa 3.000 ambienti, tra uffici e sale di rappresentanza. Un patrimonio inestimabile che oggi si sdoppia: scaloni, cappelle, sale delle feste e i loro tesori reali diventano digitali grazie a Qurinale 5.0, il progetto realizzato dall’agenzia del Demanio in collaborazione con il segretariato generale della Presidenza della Repubblica. Obiettivo: conservare, gestire e valorizzare uno dei complessi immobiliari più importanti del mondo. Il ventaglio che le nuove tecnologie aprono sulla gestione del palazzo e dei suoi tesori è ampio: la digitalizzazione va a braccetto con l’analisi di vulnerabilità sismica, diagnosi energetica e rilievo digitale con metodologia Bim (Building Information modeling). «Il processo di valorizzazione – spiega il Demanio – si articola in più fasi e prevede una preliminare attività di rilievo, con restituzione in modalità Bim, dell’intero compendio e del patrimonio artistico, di diagnosi energetica e di analisi di vulnerabilità sismica».I rilievi saranno affidati all’Università La Sapienza di Roma e porterà alla realizzazione di un prototipo di digital twin e smart building della porzione dell’edificio destinata agli uffici, per monitorare la perfomance energetica e consentire di contenere i consumi attraverso l’installazione di sensori e di una piattaforma in grado di favorire una gestione intelligente dei consumi energetici dell’immobile e degli interventi di manutenzione di vari livelli.

Le stanze del Quirinale diventano 5.0

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Ma in pratica in cosa consiste questo progetto? Il trasferimento del palazzo e delle sue opere sul digitale consentirà di gestire tutti gli aspetti della manutenzione, da quella più semplice alle verie e proprie attività di restauro e conservazione. Il cuore del progetto è la mappatura tridimensionale in alta definizione dell’intero patrimonio immobiliare e mobiliare. Si tratta della digitalizzazione non solo dellle componenti architettoniche, strutturali ed impiantistiche del Palazzo ma anche di tutto il prezioso patrimonio storico-artistico che vi è ospitato. In pratica, spiegano i curatori del progetto, saranno sviluppati oggetti tridimensionali che riprodurranno digitalmente le opere di pregio artistico con un elevato livello di dettaglio, al fine di offrire un supporto alla catalogazione, conservazione, manutenzione e restauro del prezioso patrimonio artistico e, quindi, alla relativa valorizzazione.

Dopo il rilievo si entrerà nel vivo dell’elaborazione dei dati acquisiti e – proseguono gli ideatori – con la realizzazione del modello Bim dei beni immobili e mobili sarà possibile contenere i consumi energetici ed realizzare un miglioramento delle performance strutturali, nonché alla catalogazione e digitalizzazione delle informazioni relative ai beni artistici che si concluderà nell’estate del 2025 (circa 17 mesi). Un ponte tra il palazzo reale, unico al mondo, e il suo gemello digitale alla prova del tempo.

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