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News su migranti e sbarchi in Italia



18 Febbraio 2025



22:13

Astral, veliero della Ong Open Arms, ha soccorso 17 persone – tra cui quattro donne e due bambini – nel Mediterraneo. Da questa mattina però nessuna delle autorità competenti, né dall’Italia né da Malta, si è presa la responsabilità di rispondere alla richiesta di aiuto. L’equipaggio del veliero: “Continuiamo ad accompagnare e assistere queste persone in attesa di istruzioni su come procedere”.

Diciassette persone si trovavano alla deriva nel Mediterraneo su un gommone guasto. Tra di loro, quattro donne e due bambini di 10 e 11 anni. Sono stati soccorsi questa mattina dal veliero Astral, gestito dalla Ong Open Arms. Da quel momento, però, nessuna delle autorità competenti si è fatta viva. Né dall’Italia né da Malta, entrambe contattate dall’equipaggio, è arrivato un riscontro. E così, da oltre dodici ore l’imbarcazione è in mezzo al mare in attesa di avere indicazioni su come proseguire.

Il veliero in questione era partito ieri dal porto di Marsala, in Sicilia, per la missione 115. Questa mattina hanno ricevuto una segnalazione dalla Ong Alarm Phone, che si occupa di raccogliere le richieste di aiuto dalle imbarcazioni disperse in mare e girarle a chiunque possa intervenire. Nella segnalazione era indicata la posizione del gommone, e dopo circa un’ora e mezza di viaggio l’Astral lo ha trovato. L’imbarcazione, come detto, era guasta: le persone a bordo non avrebbero avuto possibilità di salvarsi se non fosse intervenuta la rete delle Ong per portarle in salvo.

Qui, però, la catena del soccorso si è interrotta. “Siamo in una situazione pendente, con persone in difficoltà tra cui due bambini”, spiegava l’equipaggio del veliero nel pomeriggio di oggi. “Da sei ore stiamo attendendo l’intervento delle autorità competenti affinché giungano sul luogo del soccorso per prendersi carico dei naufraghi”. Da quel momento sono passate altre ore, e ancora nessuno si è fatto vivo.

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Dato che l’Astral è un veliero, non ha i mezzi sufficienti per portare i naufraghi soccorsi fino a riva, come ha spiegato Open Arms a Fanpage.it. A differenza di quanto avviene in altre missioni Ong, quindi, le 17 persone trovate questa mattina non possono semplicemente essere fatte salire a bordo per poi viaggiare per giorni verso Malta o l’Italia, in attesa di un porto di sbarco sicuro assegnato. È necessario che uno Stato risponda alla richiesta di coordinamento e dia le indicazioni necessarie per trasportare queste persone fino a un punto concordato, per poi consegnarle alle autorità nazionali che se ne facciano carico.

Il veliero è equipaggiato per effettuare operazioni di primo soccorso e di prima assistenza. Fatto questo, si può solo aspettare una risposta. Risposta che al momento, a oltre dodici ore di distanza dalla prima richiesta, non è ancora arrivata. “Stiamo cercando di ottenere che le autorità italiane o maltesi si facciano carico del coordinamento di questo evento di soccorso e ci indichino come proseguire. Finora nessuna autorità si è presa la responsabilità della situazione. Continuiamo ad accompagnare e assistere queste persone in attesa di istruzioni su come procedere”, ha detto l’equipaggio. Nel frattempo, il gommone resta in mezzo al mare, in avaria. Il veliero sta monitorando la situazione, aspettando le autorità.

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