Storie Web martedì, Aprile 30
Notiziario

Martedì, un’ondata record di precipitazioni si è abbattuta sugli Emirati Arabi Uniti (EAU) con oltre 250 millimetri di pioggia caduti nell’Emirato di Al Ain e più di 100 a Dubai, secondo i dati Centro Nazionale di Meteorologia (NCM).

Un diluvio che ha bloccato l’aeroporto più trafficato del mondo per i viaggi internazionali e ha inondato le strade della città nella nazione desertica nota per il suo clima arido.

Per un confronto, le precipitazioni annuali negli EAU si aggirano in media tra i 140 e i 200 millimetri.

L’agenzia di stampa statale WAM ha definito la pioggia di martedì “un evento meteorologico storico” che ha superato “qualsiasi cosa documentata dall’inizio della raccolta dei dati nel 1949”.

Una quantità di pioggia straordinaria che qualcuno ha imputato al “cloud seeding”, una tecnologia meteorologica ampiamente adottata nel paese ormai da decenni proprio per far fronte alla cronica mancanza d’acqua, una carenza direttamente proporzionale allo sviluppo e all’espansione della città.

Questa tecnica implica l’uso di aerei che disperdono particelle di sostanze chimiche – le più usate sono lo ioduro d’argento e il biossido di carbonio congelato (il ghiaccio secco) – volando attraverso le nuvole per stimolare la pioggia.

Le missioni di “semina delle nuvole” negli EAU sono state introdotte negli anni ’90 e oggi vengono effettuate più di 1.000 ore di “cloud seeding” all’anno

L’analisi dei dati di tracciamento dei voli effettuata dall’Associated Press ha evidenziato che un aereo solitamente usato in queste operazioni ha sorvolato il Paese lunedì.

Le precipitazioni sono iniziate lunedì sul tardi e hanno bagnato la sabbia e le strade di Dubai con circa 20 millimetri di pioggia, riporta Ap. Secondo i dati meteorologici raccolti all’aeroporto internazionale i temporali si sono intensificati intorno alle 9 del mattino di martedì per poi continuare tutto il giorno. Alla fine, più di 100 millimetri di pioggia sono caduti su Dubai in 24 ore.

Le autorità degli Emirati Arabi Uniti hanno smentito che voli di semina siano avvenuti prima delle inondazioni di Dubai.

Omar Al Yazeedi, vicedirettore generale dell’NCM, la task force governativa responsabile delle missioni di “cloud seeding”, ha dichiarato alla CNBC che l’agenzia “non ha condotto alcuna operazione di semina durante questo evento” e ha aggiunto che: “Prendiamo molto sul serio la sicurezza del nostro personale, dei piloti e degli aerei. L’NCM non conduce operazioni di ‘cloud seeding’ durante eventi meteorologici estremi“.

Il britannico Daily Mail riporta che l’NCM ha negato operazioni di “cloud seeding” immediatamente prima della tempesta, pur confermando attività nella giornata di domenica e lunedì. 

Questo ha alimentato speculazioni e dibattiti su quanto la mano umana possa aver contribuito al disastro. Esperti nel campo sostengono che, benché il “cloud seeding” possa aumentare le precipitazioni stagionali del 10-30%, non sia sufficiente per giustificare tali alluvioni.

Gli Emirati Arabi Uniti, che dipendono in larga misura da impianti di desalinizzazione ad alto consumo energetico per la fornitura di acqua, effettuano la semina delle nuvole in parte per aumentare le acque sotterranee, che sono limitate e in diminuzione. 

Lo Stato del Golfo ha registrato un aumento delle precipitazioni negli ultimi anni e si prevede un aumento del 15%-30% nei prossimi anni, secondo un rapporto della rivista scientifica Nature. 

Tradizionalmente caratterizzati da un clima desertico e da scarse precipitazioni, gli Emirati Arabi Uniti hanno sperimentato nel tempo cambiamenti nei modelli meteorologici come conseguenza dei cambiamenti climatici.

Gli scienziati affermano che è il cambiamento climatico in generale il primo responsabile di tempeste estreme, siccità, inondazioni e incendi più intensi e più frequenti in tutto il mondo.

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