Storie Web mercoledì, Marzo 12
Notiziario

Secondo l’ultima ricerca condotta in Europa da EY (European Financial Services AI Survey su oltre 100 organizzazioni bancario, assicurativo e finanziario) i leader dei servizi finanziari continuano a integrare le tecnologie di intelligenza artificiale e di intelligenza artificiale generativa nelle loro operazioni per ottenere aumenti di produttività ed efficienza. Il wealth management, che rappresenta circa il 20% del campione, è forse quello rimasto più indietro. In termini di adozione dell’Intelligenza artificiale il 36% delle aziende è avanti nella curva di adozione, mentre il 32% ha accelerato il suo utilizzo solo nell’ultimo anno e il 68% vuole ricorre all’intelligenza generativa in alcune aree del business nei prossimi 12 mesi.

L’Impatto sulla produttività

Le aree di maggiore impatto riguardano il miglioramento dell’esperienza dei dipendenti (68%) e l’efficienza complessiva (59%). Passando alle competenze e formazione il 36% delle aziende ritiene che la propria forza lavoro abbia le competenze necessarie per implementare l’IA generativa, mentre il 23% ritiene che le competenze siano presenti solo in parte. Il 55% delle aziende ha piani di formazione e aggiornamento per l’integrazione dell’IA generativa. Solo il 9% non ha piani per la formazione.

L’IMPATTO DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE GENERATIVA

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Sfide e preoccupazioni

Le principali sfide per l’integrazione dell’IA generativa includono la comprensione limitata delle applicazioni (64%), l’incertezza riguardo agli impatti normativi (50%) e i costi di implementazione (27%). Ci sono poi preoccupazioni etiche come la trasparenza (59%), la possibilità di discriminazione (55%), la privacy (50%) e la qualità dell’output (55%). Il 50% delle aziende è “abbastanza preparato” per le normative sull’IA, mentre il 23% non ha ancora iniziato ad approfondire gli impatti normativi e il 41% delle aziende ha un inventario centralizzato dei sistemi di IA.

Gestori di patrimoni

Se il mondo dell’asset manager è decisamente più avanti sul fronte dell’adozione dei sistemi di intelligenza artificiale generativa, il mondo del wealth management, soprattutto in Italia, sembra essere ancora in una fase esplorativa. «Con una gradazione diversa, a seconda delle risorse investite in quest’innovazione che vede i big con maggiori capacità, dopo un approccio iniziale cosiddetto test and learn – sottolinea Giovanni Incarnato, Italy Wealth & Asset Management Industry Leader di EY– oggi è arrivato il momento di renderlo concreto,efficiente e soprattutto alla portata di tutti, non solo degli specialisti. Per tutti è decisivo individuare una stella polare, ovvero una strategia per identificare a che punto di questo percorso si vuole arrivare in termini di efficienza operativa. E’ decisivo innestare una collaborazione tra le aree del business e le strutture tecnologiche. In ogni caso vanno definiti gli strumenti (tools), il modello di implementazione, e creare un ambiente di produzione affinché si possano internalizzare le competenze, realizzare subito dei ritorni e alimentare entusiasmo su onde successive di implementazione». Come spiega ancora l’esperto, la tecnologia ha fatto passi da gigante «ma nel wealth oggi c’è poco da inventare c’è da molto da mettere in pratica e far si che si raggiunga un certo livello di consapevolezza nelle aziende che si devono dotare di persone con competenze specifiche e programmi di change management, ambiti questi dove le banche investono ancora poco. Questi passaggi e questi investimenti sono fondamentali per far sì che tutti e non solo gli specialisti possano trarre vantaggi dall’adozione dell’intelligenza artificiale. Come tutte le innovazioni anche l’AI richiede tempo ma il tornaconto è ottimizzare processi che liberano tempo per fare analisi sui dati, attività che negli ultimi anni e grazie all’AI ha tante informazioni su cui ricavare trend e corrette raccomandazioni ai clienti».

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