Storie Web sabato, Maggio 4
Notiziario

Un’accentuata concorrenza tra i soggetti, l’avanzata dei prodotti passivi meno remunerativi dei fondi comuni, una regolamentazione più stringente (potenziale futuro divieto sulle retrocessioni) sono elementi dirompenti che sempre più riducono la marginalità degli operatori dell’industria della gestione del risparmio (sia fabbriche prodotto sia distributori). Non da ultima la domanda dei clienti per prodotti di investimento più sofisticati spinge i gestori a perseguire operazioni che integrano capacità per la vendita di investimenti alternativi al mercato privato.

Per superare l’empasse sulla redditività il fattore dimensionale diventa cruciale così come la tecnologia e la distribuzione su vasta scala per i gestori del patrimonio, mentre la capacità di offrire un ventaglio di servizi diversificato è vitale per gli asset manager. In questo processo sono coinvolti sia i big sia gli operatori di medie dimensioni.

Nel 2024 maggior ricordo a M&A

Sono proprio i fattori appena esposti che porteranno nel 2024 ad un ritorno più accentuato alle operazioni di acquisizioni e fusione sia a livello mondiale sia a livello domestico. L’analisi arriva da Bain & Company che in un suo recente lavoro, stima per il 2023 671 operazioni per un controvalore di 34 miliardi di dollari. Nella regione Emea il valore delle operazioni avrebbe raggiunto 11 miliardi.

«Nel 2023 c’è stato un rallentamento del 34% nel valore dell’attività di M&A – spiega Daniele Funaro, partner di Bain & Company – ma l’industria asset & wealth management ha dimostrato resilienza, evidenziando la sua capacità di adattamento a contesti di incertezza. Assistiamo a differenze significative tra gli operatori dell’asset management e quelli del wealth nelle diverse aree geografiche. Questi ultimi fanno ricorso alle fusioni e acquisizioni per consolidarsi. Infatti, delle 503 operazioni avvenute nei primi nove mesi del 2023, 188 hanno visto coinvolti wealth manager in deal di scala. Mi aspetto che un trend analogo si manifesti in Italia mentre nel mondo dell’asset management vedo possibile anche il ricorso ad accordi di distribuzione e sviluppi di tipo commerciale».

I MERGER NEL WEALTH E ASSET MANAGEMENT

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(*) Incluse stime di fine anno. Fonte: Bain

Cosa accade nel BelPaese

Come spiega l’esperto l’Italia, con la sua solida base di clienti e la crescente domanda di servizi finanziari avanzati, rappresenta un terreno fertile per opportunità di investimento e crescita nel settore della gestione del patrimonio e degli asset. «In Italia mi aspetto un maggior fenomeno di internalizzazione da un lato e scala delle fabbriche dall’altro ma ci potrebbero essere anche degli interessi forti da parte di soggetti internazionali sia industriali sia finanziari come i fondi di private equity – aggiunge Funaro -, mi aspetto dunque un’evoluzione che confermerà il dinamismo sia nel wealth sia nell’asset management con operazioni anche rilevanti sia di scopo per arricchire la value-proposition e le competenze sia di scala anche per supportare piani di investimento sempre più rilevanti che guideranno la trasformazione digitale e l’innovazione»

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