Storie Web martedì, Maggio 7
Notiziario

L’immediata vigilia del mini-match disputato dai giallorossi a Udine è stata caratterizzata da una scelta inconsueta: accantonare gli abituali esercizi per una partitella ad alta intensità. Lo ha fatto per un motivo strategico.

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Si possono spostare gli equilibri in molti modi, compreso con il riscaldamento di un mini-match che durerà una ventina di minuti. Daniele De Rossi, in collaborazione con il suo staff, ha pensato che per una situazione come quella di Udine serviva che la Roma arrivasse già in clima partita alla palla scodellata dall’arbitro per la ripresa del match al 71°.

E ha escogitato un approccio di maggiore impatto rispetto ai classici esercizi che sono svolti in condizioni normali prima del fischio d’inizio. Quella di ieri non lo era: bisognava partire a freddo e calarsi subito nella sfida, senza correre rischi di alcun tipo. Si spiega anche così la fase di riscaldamento poco usuale in cui i giallorossi sono stati impegnati.

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Nessun trucco nascosto, era sotto gli occhi di tutti. Calciatori schierati in due squadre che si affrontano disputando una partitella a ritmo già sostenuto: accantonati per una volta la consueta tabella d’avvicinamento all’incontro, De Rossi ha preferito accorciare i tempi della preparazione tenendo conto della necessità del momento. Voleva intensità immediata, l’ha ottenuta. Ha cambiato un po’ d’interpreti, attenendosi al regolamento, e gli è andata bene.

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L’eccesso di esultanza che ne ha scandito la gioia per il successo (1-2, gol di Cristante al 95°) rende tangibile lo stato d’animo dell’allenatore: sono punti pesanti in chiave Champions; aiutano la squadra a sopportare la fatica e a consolidarne l’autostima alla luce del calendario (prima la trasferta al Maradona contro il Napoli poi il doppio confronto in semifinale di Europa League con il Bayer Leverkusen in cerca di vendetta); trova in campo la forza per spazzare via le ombre di un recupero che la Roma s’è ritrovato addosso a mo’ di fardello nella giornata del 25 aprile. Anche la scelta dei dieci cambi in formazione rispetto a due settimane fa s’è rivelata una buona intuizione, tutto entro i limiti del regolamento.

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Da un lato l’Udinese di Fabio Cannavaro (al debutto in panchina dopo l’esonero di Cioffi), che nulla ha variato rispetto alle abitudini. Dall’altro un allenatore che ha stravolto il protocollo, certo che sarebbe stata la cosa più giusta da fare a beneficio della squadra stessa. Pronti, via! De Rossi voleva una Roma cannibale, che contro l’Udinese desse tutto in un lasso di tempo ristretto e ha agevolato il compito facendo una scelta precisa: “tenere in campo più giocatori possibili in grado di far gol con una giocata individuale come un tiro da fuori, un colpo di testa, un calcio d’angolo”. Ha funzionato, il quinto posto profuma di Champions.

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