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Notiziario

Marco Cossolo, presidente di Federfarma, a Fanpage.it commenta il nuovo provvedimento del governo Meloni, inserito nel ddl Semplificazioni: la nuova ‘farmacia dei servizi’ potrà fare vaccinazioni, tamponi e analisi che finora si trovavano solo negli ospedali o nelle Asl. Ma per completare il cambiamento serviranno anche dei fondi.

Il ddl Semplificazioni approvato dal governo Meloni a fine marzo è in arrivo in Parlamento. Prima che passi da Camera e Senato potrebbero servire mesi, ma il via libera dovrebbe arrivare in tempo per metterlo in pratica dall’anno prossimo. Nel testo, tra i vari articoli che toccano gli ambiti più disparati – il turismo, la navigazione, le procedure per la cremazione, la scuola – ce n’è uno che mira a cambiare il ruolo delle farmacie, completando (o quasi) un percorso iniziato da diversi anni.

Con l’approvazione del disegno di legge, infatti, in farmacia diventerà possibile ricevere una serie di nuovi servizi: effettuare vaccinazioni, analisi o tamponi, ma anche scegliere il proprio medico di famiglia. La nuova “farmacia dei servizi’ dovrebbe ricoprire un ruolo diverso, come un vero e proprio presidio del Servizio sanitario nazionale. Per concretizzare questo progetto, però, serve ancora la parte più importante: i soldi stanziati dal governo, nella prossima legge di bilancio o in una norma apposita.

Cosa si potrà fare in farmacia

Marco Cossolo, presidente di Federfarma, ha commentato il provvedimento a Fanpage.it, dando un giudizio positivo e sottolineando che se il testo diventerà legge nella sua forma attuale per chi va in farmacia “cambieranno parecchie cose. Per esempio, i cittadini sopra i dodici anni potranno effettuare tutti i vaccini previsti dal piano vaccinale, non solo più quelli anti-Covid e il vaccino per l’influenza”.

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I servizi previsti dal testo sono molti: analisi rapide (come quelle per glicemia, emoglobina, urine e simili) e test diagnostici per la resistenza agli antibiotici, oltre alla procedura per scegliere o cambiare il proprio medico o pediatra di famiglia tra quelli convenzionati. Se due o più farmacie si coordinano potranno esercitare questi servizi in modo comune.

In più, ci sarà la possibilità di utilizzare degli spazi dedicati: questi porteranno una croce verde e l’insegna “farmacia dei servizi”, saranno locali separati da quello della farmacia stessa (ma nella stessa zona). Come sottolineato da Cossolo, “ci sarebbe una maggiore sicurezza per il cittadino, perché la norma prevede che quei locali rispondano agli stessi criteri igienico-sanitari della farmacia”. Alcuni esercizi commerciali utilizzano già degli spazi aggiuntivi, soprattutto da quando – durante la pandemia – si è diffusa la pratica della vaccinazione e dei tamponi in farmacia.

Ora il governo deve trovare i soldi

Una parte importante del ddl Semplificazioni, soprattutto dal punto di vista dei clienti delle farmacie, è che “verrà eliminato una previsione, obsoleta, per cui questi servizi possono essere fatti solo a carico del cittadino. Una norma superata, dato che di fatto i vaccini Covid venivano fatti a carico del Servizio sanitario nazionale, così come anche i vaccini antinfluenzali”, ha ricordato Cossolo.

In sostanza, con il nuovo ddl si potrebbe ufficialmente fare in modo che alcuni servizi delle farmacie siano a carico dello Stato, e quindi gratuiti per chi li riceve: “Ovviamente però serve un finanziamento in legge di bilancio“. La legge in sé non ha i fondi per mettere in pratica questa novità, ma si limita a cambiare le regole per renderla possibile. Resta quindi da vedere se a ottobre, quando dovrà stilare la legge di bilancio per l’anno prossimo, il governo Meloni riuscirà a trovare i fondi per finanziare i servizi sanitari delle farmacie. Il rischio è che se questo non avviene le farmacie diventino un luogo dove svolgere certe procedure è più comodo, ma anche più costoso.

La nuova farmacia “non è più una sperimentazione”

“Il ruolo delle farmacie cambia”, ha riassunto Cossolo. “Questo provvedimento è coerente con tutto il percorso fatto sia da questo governo che dai precedenti: la farmacia utilizzata come presidio territoriale del Servizio Sanitario Nazionale e come protagonista della nuova sanità, incentrata sul territorio e non sull’ospedale”.

La “farmacia dei servizi” non è una novità: la norma risale al 2009, “anche se la sperimentazione è iniziata nel 2018”, ha sottolineato il presidente di Federfarma. Ormai, però, “parlare ancora di sperimentazione non ha veramente senso. Dopo il ‘test’ del Covid qualunque sperimentazione si può considerare conclusa e superata. La farmacia dei servizi deve entrare all’interno dei Lea ed essere considerata una parte integrante dell’assistenza sanitaria territoriale”.

Anche per questo passaggio non basta una legge: servono fondi stanziati dal governo, e anche una “nuova convenzione per le farmacie territoriali” in cui inserire tutti i nuovi servizi aggiuntivi. L’ultima risale al 1998, è scaduta formalmente nel 2001 e da anni attende un aggiornamento. Ma se ne potrà parlare solo dopo l’approvazione del ddl Semplificazione.

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