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Conflitto Israelo-Palestinese



26 Aprile 2024



07:51

Abdallah Nabhan, cooperante dell’agenzia belga Enabel, e suo figlio Jamal di sette anni sono stati uccisi a seguito di un bombardamento israeliano a Rafah. Morti anche il padre, il fratello e una nipote dell’uomo. Ferita gravemente sua moglie. Il governo belga chiede spiegazioni formali a Tel Aviv.

Abdallah Nabhan, 33 anni

Un operatore umanitario che lavorava a Gaza per conto dell’agenzia belga Enabel, che fornisce supporto alla piccole imprese locali, è morto a seguito di un attacco israeliano a Rafah. A confermarlo la ministra dello sviluppo di Bruxelles, Caroline Gennez. “È con profonda tristezza e orrore che apprendiamo della morte del nostro collega Abdallah Nabhan (33 anni) e di suo figlio Jamal, di sette anni, avvenuta ieri notte, a seguito di un bombardamento da parte dell’esercito israeliano nella parte orientale della città di Rafah”, ha affermato la ministra in una nota, aggiungendo inoltre che la la moglie di Abdallah è stata gravemente ferita e sta lottando per la sua sopravvivenza.

Gli altri due figli della coppia (un bambino di 5 anni e un altro di 7 mesi) hanno riportato lesioni più lievi. Nel raid dello stato ebraico hanno perso la vita anche il padre di Abdallah, 65 anni, suo fratello di 35 anni e sua nipote di 6 anni.

La ministra belga ha ricordato che l’uomo faceva parte di una lista di persone idonee a lasciare Gaza, consegnata alle autorità israeliane mesi fa. Anche per questo la funzionaria del governo di Bruxelles ha sottolineato la schiacciante responsabilità del governo israeliano. “Bombardare infrastrutture civili e civili innocenti va contro ogni diritto internazionale e umanitario, così come ogni diritto di guerra”. Alle dichiarazioni sono però anche seguiti i primi atti formali: Caroline Gennez ha infatti convocato l’ambasciatore israeliano, Idit Rosenzweig-Abu, chiedendo spiegazioni su quanto accaduto, senza tuttavia ottenere spiegazioni.

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L’agenzia belga per lo sviluppo Enabel è attiva nei territori palestinesi (Gaza, Gerusalemme Est e Cisgiordania) da oltre 25 anni. Per i primi dieci anni, la maggior parte dei fondi è andata alle infrastrutture. Successivamente, l’attenzione si è spostata verso il sostegno alle politiche e alla governance.

L’Egitto rilancia i negoziati per una tregua a Gaza

L’esercito israeliano ha informato il governo che le sue forze hanno completato i preparativi per una invasione di Rafah e che la data ora dipende dal gabinetto di guerra. In questo quadro l’Egitto ha rilanciato i negoziati per un cessate il fuoco nel timore che centinaia di migliaia di profughi di guerra palestinesi possano entrare nel Sinai: di conseguenza, secondo quanto rivela il quotidiano israeliano Ynet, Il Cairo sta spingendo per proporre un accordo ad Hamas nella speranza di ottenere il rinvio dell’attacco.

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L’Egitto starebbe ipotizzando uno scambio su larga scala di ostaggi israeliani in cambio di prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane oltre a una tregua di diverse settimane, proposta che la squadra di mediazione egiziana ha trasmesso ad Hamas prima di informare Tel Aviv. Oltre allo scambio di prigionieri e ostaggi, la proposta egiziana prevede che durante il cessate il fuoco le truppe israeliane si ritirino da vari punti della Striscia e permettano ai palestinesi sfollati di tornare alle loro case nel Nord di Gaza, cosa che Israele ha finora rifiutato.

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