Storie Web lunedì, Maggio 20
Notiziario

Il nuovo volto del lavoro in Bnl si svelerà nel tempo, breve, che servirà per portare nuova linfa in azienda, utilizzando diverse leve. Una sono le oltre 750 assunzioni del piano sociale definito dall’ultimo accordo con i sindacati che ha segnato un’evoluzione nelle relazioni industriali. Un’altra è la formazione. I numeri che ci spiega Géraldine Conti, chief people and engagement di Bnl Bnp Paribas, aiutano a capire quest’ultimo capitolo: «Nel solo 2023 abbiamo investito oltre 6 milioni di euro, di cui il 50% attraverso fondi finanziati. Per ogni dipendente le ore di formazione sono circa 60 all’anno, quindi circa 600mila per tutti. La metà è formazione obbligatoria su protezione e interesse della clientela, antiriciclaggio, cybersecurity, salute e sicurezza, il resto è di natura tecnico-specialistica sui diversi mestieri della banca. L’obiettivo di quest’anno è di fare partecipare tutti i nostri colleghi almeno a quattro corsi, perché la formazione è vitale per quella che definiamo impiegabilità e per evolversi e crescere nel mercato del lavoro interno, nel nostro gruppo che in Italia occupa circa 16mila persone, di cui 10mila in Bnl».

Parlare di formazione in Bnl è sinonimo anche di «competence center, una piattaforma di upskilling e reskilling, con percorsi dedicati a preparare le persone al cambio di mestiere come evoluzione professionale, in linea con i mutamenti del lavoro in banca. Per farlo si viene accompagnati attraverso moduli formativi, ma anche da coach che aiutano a capire e ad abbracciare il cambiamento – spiega Conti -. Finora abbiamo coinvolto 250 persone, facendole transitare da una grande scuola di conoscenza e apprendimento, oltre che di accompagnamento proattivo». Nel mondo della formazione di Bnl il competence center è ”cliente” del più ampio modo di fare formazione della Bnl Bnp Paribas academy il cui programma si compone di ben 8 faculty. Queste piattaforme vengono completate attraverso il lavoro sulle power skills, sui comportamenti e sullo stile di leadership «che oggi è molto diverso dal passato, più improntato sull’ascolto e meno sul comando e controllo», osserva Conti.

Se la leva della formazione riguarda tutti, quella del ricambio generazionale interesserà quasi il 10% dei bancari Bnl. Il piano sociale ha infatti previsto quasi mille uscite, utilizzando tutti gli strumenti negoziali e legislativi e l’ingresso di oltre 750 giovani, con il tasso di sostituzione più alto tra gli accordi del settore. Per spiegarlo, Conti parte da una premessa: «Il settore finanziario è stato toccato da importanti trasformazioni tecnologiche che hanno già visto diversi momenti. Oggi siamo arrivati all’intelligenza artificiale generativa. I comportamenti nostri e dei nostri clienti sono mutati, così come lo sono le soluzioni che costruiamo e i processi che ci sono dietro. Ciò che non è cambiato, però, è la nostra funzione primaria e cioè il supporto che diamo all’economia reale. La figura del bancario è in evoluzione sì, ma solo nel modo in cui svolge il suo ruolo, per poter accompagnare il cliente e offrire il miglior servizio». Il piano sociale è funzionale a tutto questo, perché «darà, a chi vuole uscire volontariamente, la possibilità di vivere il terzo tempo della vita – dice Conti – e ai giovani di entrare in una banca che ha il vantaggio di essere parte di un gruppo internazionale». I nuovi ingressi e il rafforzamento della rete commerciale hanno due obiettivi, spiega la manager: «Fare entrare in azienda competenze, ma anche mindset nuovi, attraverso una generazione che ci aiuti a stare al passo con i tempi, dando un contributo al tema della disoccupazione giovanile. È un piano win win per tutti i cluster della popolazione aziendale». Più in generale il piano farà crescere «insieme a tutti i colleghi di Bnl una nuova generazione di bancari che rafforzerà soprattutto la rete commerciale dove già oggi lavora il 60% delle nostre persone, mentre il restante è destinato all’area finanza, controllo, gestione e rischio e infine all’It. Ci concentriamo sul core business del fare banca – chiosa Conti – avendo puntato su importanti partnership industriali per alcuni aspetti legati ad It e operations».

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