Storie Web mercoledì, Maggio 15
Notiziario

Bonus sulle tredicesime per i lavoratori a basso reddito, sgravi per le aziende che assumono, soprattutto al Sud, detassazione dei premi di produzione. I dossier in cima alle priorità di governo per questa settimana sono per lo più economici, a partire da una serie di misure per il lavoro, una sorta di nuovo ‘pacchetto’ primo maggio da portare in Cdm domani, martedì 30 aprile, alla vigilia della festa dei lavoratori, quasi una tradizione per l’esecutivo che l’anno scorso aveva varato un decreto ad hoc proprio nel giorno della ricorrenza.

I nuovi interventi saranno prima illustrati ai sindacati, convocati oggi a sorpresa a Palazzo Chigi per ascoltare le novità proprio dalla premier Giorgia Meloni, in una riedizione del decreto 1 maggio dello scorso anno, il provvedimento che sostituì il reddito di cittadinanza con quello di inclusione, scatenando l’ira dei sindacati. Stavolta la convocazione e il Cdm non sono proprio a ridosso del 1 maggio, ma resta l’irritazione dei sindacati per la mancanza di una vera trattativa sui provvedimenti che riguardano i lavoratori.

Le norme sono ancora in via di definizione, ma qualche punto fermo si può già mettere. Il viceministro all’Economia, Maurizio Leo, a margine della conferenza programmatica di FdI a Pescara assicura che nel Cdm del 30 aprile riuscirà a portare il decreto legislativo sull’Irpef, attuativo della delega fiscale, che era atteso già la scorsa settimana e poi è slittato. La novità più vistosa, e costosa, contenuta nel dlgs è il bonus sulle tredicesime: nell’ultima bozza veniva definito “un’indennità” fino a 100 euro ai lavoratori dipendenti con reddito fino a 28mila euro, con coniuge e almeno un figlio (anche se nato fuori dal matrimonio riconosciuto, adottivo o affidato) a carico. Proprio “a causa della limitatezza delle risorse disponibili” la misura, spiegava la relazione illustrativa, viene limitata al 2024, nell’attesa dell’introduzione strutturale di un regime fiscale sostitutivo sulle tredicesime per i lavoratori dipendenti. “Ci si sta lavorando, quindi verifichiamo un attimo se ci sono le compatibilità finanziarie.
Io sono sempre cauto sulle risorse quindi dobbiamo fare in modo che una misura che può essere sicuramente di vantaggio per le famiglie abbia le necessarie coperture finanziarie”, ha spiegato Leo.

L’altro provvedimento atteso è il dl Coesione, che riscrive le regole per gli oltre 40 miliardi di fondi europei che vengono assegnati all’Italia dalla Ue ogni sette anni. E che l’Italia fatica a spendere, è penultima in Europa, a causa di ostacoli burocratici e scarso coordinamento tra amministrazioni. Problemi che, con il rigido cronoprogramma del Pnrr, il governo ha già dovuto affrontare e risolvere. Per questo l’idea è di applicare anche ai fondi strutturali le stesse regole di gestione del Pnrr: dalle sanzioni agli enti che non rispettano i tempi dei progetti al coordinamento centralizzato a Palazzo Chigi. Passando per una razionalizzazione della destinazione delle risorse. L’obiettivo della riforma è “intervenire strutturalmente su alcuni limiti e deficit” delle politiche di coesione del nostro Paese, ha detto il ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, a margine della conferenza di FdI. Si mette quindi in campo “un modello di governance in grado di rendere efficaci ed efficienti l’utilizzo di queste risorse”. Il decreto Coesione contiene poi una parte che riguarda il lavoro. È qui che saranno declinati i provvedimenti a cui ha fatto riferimento la stessa ministra del Lavoro, Marina Calderone: sostegni alle aziende che assumono, politiche attive e formazione.

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