Storie Web domenica, Maggio 19
Notiziario

L’enoturismo è ormai un pilastro dell’economia viticola italiana: conta in media 15 milioni di turisti l’anno e le aziende in media ottengono dalle visite in cantina il 7% del proprio fatturato. Numeri già significativi ma che potrebbero essere ancora migliori se si investisse di più in formazione e in tecnologia. E’ quanto emerge da “Enoturismo 4.0 – Osservatorio Enoturismo: Evoluzione del digitale” il manuale scritto a quattro mani dalla produttrice di Brunello di Montalcino, Donatella Cinelli Colombini e dal senatore Dario Stefano e presentato questa mattina a Palazzo Giustiniani a Roma. Un manuale scritto inoltre con il contributo dell’Associazione Donne del Vino, Movimento Turismo del Vino, Città del Vino, Nomisma Wine Monitor.

Il manuale rappresenta una delle più ampie e documentate analisi delle destinazioni del vino italiane, cioè città e cantine, che sono state indagate da Nomisma Wine Monitor su un campione di 145 comuni e 265 imprese. La fotografia scattata da Wine Monitor di Nomisma ha evidenziato le principali categorie di cantine votate all’accoglienza. Il 39% sono piccole cantine con accoglienza familiare, nel 14% dei casi sono invece cantine con rilevanza storica, architettonica o artistica, nel 12% si tratta di brand famosi o marchi storici. Una quota dell’11% è rappresentata da cantine con rilevanza paesaggistica o naturalistica. Un altro 11% sono cantine organizzate per l‘incoming. Ancora poche (anche qui appena l’11%) sono poi le cantine con un’offerta innovativa.

Oltre ai dati statistici e al commento sulla fotografia delle dinamiche di settore, «Enoturismo 4.0» contiene spunti per un vero e proprio manuale d’uso del settore dedicato agli uffici turistici delle Città del Vino e alle cantine aperte al pubblico. «Il focus – come spiegato dalla produttrice Donatella Cinelli Colombini – è sul significato e il funzionamento del wine club e sui vantaggi di un uso coordinato dei social network e della tecnologia per ampliare i follower. Senza dimenticare un approfondimento dedicato a come va utilizzato l’e-commerce proprietario». «Dobbiamo aiutare il settore – ha commentato la ministra del Turismo, Daniela Santanché – a costruire offerte turistiche sempre più diversificate perché ormai non parliamo più di turismo ma di turismi. E l’enoturismo è una forma di turismo che inoltre ha l’importante vantaggio favorire una destagionalizzazione dell’offerta visto che molte cantine sono collocate in luoghi meno conosciuti intorno ai quali si possono costruire percorsi turistici differenti».«Questo libro – ha aggiunto il coautore e senatore Dario Stefàno – continua a volere essere occasione non solo di verifica dell’evoluzione di un fenomeno legato in modo profondo a due asset strategici del nostro Paese, quali sono, appunto, il turismo e il vino».«Abbiamo cercato di spiegare le istruzioni per l’uso delle novità del settore – ha aggiunto Donatella Cinelli Colombini – chiarendo, ad esempio, cosa sono i wine club e perché funzionano negli Usa ma non in Italia; perché le cantine devono usare più tecnologia nel rapporto con i visitatori per procedere a una loro profilazione e così offrire servizi ritagliati sulle esigenze e le preferenze del visitatore. Ma ferme restando le nuove opportunità legate a un upgrade sul piano della tecnologia e della formazione molto si può fare anche semplicemente con soluzioni di buon senso come quella di essere aperti nel fine settimana (che è tutt’altro che scontato) e soprattutto smettere di proporre ‘esperienze del vino fotocopia’».

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