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La Serie B contro la nuova Champions League: depositata alla Commissione Europea un’interrogazione parlamentare.

La Serie B contro la nuova Champions League: depositata alla Commissione Europea un’interrogazione parlamentare per gli effetti distorsivi l’allargamento del nuovo format della massima competizione europea comporta per i campionati nazionali.

Nella giornata di ieri le 20 società della cadetteria si sono riunite con il presidente di Lega, Mauro Balata, per discutere anche delle riforme necessarie per la crescita del calcio italiano.Questa riunione segue il viaggio del numero uno della Serie B a Bruxelles, dove ha interloquito con le istituzioni europee trasmettendo la sua preoccupazione e quella dei club della Lega di B per un possibile depauperamento dei tornei domestici.

Nell’interrogazione depositata da parte di alcuni parlamentari di diversi partiti politici “sull’evoluzione della regolamentazione calcistica, alla luce della recente sentenza della Corte di Giustizia Europea, nella quale si registrano crescenti divari nella distribuzione di risorse, a danno del principio fondamentale di equa competizione sportiva pienamente riconosciuto dal diritto europeo. La nuova Champions League acuisce questa deriva, spiazzando tutti i campionati nazionali senza meccanismi solidaristici riequilibratori”.

La Champions League introduce una nuova regola: è per proteggere l’integrità della competizione

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I parlamentari hanno scritto nel documento che chiedono alla Commissione quali azioni specifiche intende intraprendere per garantire il rispetto dei principi di equa competizione ed equa distribuzione delle risorse e se esistono iniziative legislative volte a contrastare l’abuso di posizione dominante registrata dalla Corte di Giustizia Europea, incompatibile con la disciplina Europea in materia di concorrenza.

L’Assemblea dei club di B ha sollevato anche il tema procedurale riguardante questo profondo cambiamento del format della Champions League e si chiede come sia stato possibile arrivare a modifiche così importanti sulle competizioni europee e mondiali senza un dibattito aperto all’interno della FIGC e una valutazione degli effetti e delle possibili soluzioni per contrastare conseguenze indesiderate.

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