Storie Web giovedì, Maggio 8
Notiziario

Sono giunti a definitivo compimento il restauro conservativo e il riassetto, in chiave di tutela ambientale, del Podere Lovara, presso Punta Mesco (Levanto), uno dei luoghi cantati dal poeta Eugenio Montale. A realizzare l’intervento, che si è protratto negli anni, è stato il Fai (Fondo per l’ambiente italiano), con il supporto della Fondazione Ermenegildo Zegna. Da domani, 8 maggio, il sito, che si compone di 45 ettari di macchia mediterranea a picco sul mare, raggiungibile solo a piedi, con il sentiero che collega Levanto e Monterosso, sarà aperto al pubblico.

Grazie a un accordo tra il Fai e il Parco nazionale delle Cinque Terre, con il coinvolgimento del Comune di Levanto, Podere Lovara diviene, dunque, un centro di educazione e formazione ambientale, che offre, a chi cammina lungo il sentiero, non solo l’occasione di fare una sosta utile e dilettevole, grazie a servizi di accoglienza e di ristoro con prodotti del territorio, ma soprattutto di vivere un’esperienza culturale originale.

Edifici rurali

Fanno parte del bene, che è classificato di interesse comunitario e patrimonio Unesco, anche tre fabbricati rurali: le due Case Lovara – Casa Rossa, con spazi recuperati, appunto, per l’accoglienza e il ristoro, e Casa Bianca, che ospiterà il video racconto immersivo Questo è un Parco dell’uomo, narrato dalla voce di Dario Vergassola e dedicato alla storia del paesaggio di Punta Mesco – nonché Casa Nuova (lungo il sentiero, che è stata recuperata come alloggio del personale).

Il pubblico, quindi, potrà godere liberamente degli spazi restaurati e riallestiti di una tipica casa rurale, con il suo orto, l’uliveto e il vigneto, costruita fin dal Settecento e abitata fino agli anni ’80 del Novecento, che sorge su un versante di terrazzamenti coltivati, a picco sul mare, anche questi restaurati e reimpiantati dal Fai, e che sono simbolo del paesaggio storico delle Cinque Terre.

Il podere, completamente isolato dalla rete elettrica e dall’acquedotto, sfrutta tutte le risorse naturali a sua disposizione: l’energia solare e l’acqua piovana raccolta dai tetti e dai rivi. L’energia elettrica viene prodotta da 46 pannelli fotovoltaici, nascosti sulla copertura di Casa Rossa e su di una tradizionale tettoia in legno. L’acqua calda e il riscaldamento sono forniti da 4 pannelli solari termici.

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