Storie Web sabato, Marzo 15
Notiziario

Non è ancora obbligatorio per legge – lo diventerà nel 2027, secondo quanto previsto dal regolamento Ue Ecodesign – ma per molte aziende è già una (sperimentale) realtà. Stiamo parlando del passaporto digitale del prodotto (Dpp) che Tod’s ha già creato per la D Bag nel 2023 e, da oggi, renderà disponibile anche sulla collezione My Gommino, una delle più iconiche dell’azienda marchigiana del lusso.

Tracciabilità e servizi esclusivi: la formula di Tod’s

Lo strumento, sviluppato in collaborazione con l’Aura Blockchain Consortium e Temera, permette ai consumatori non solo di registrare il prodotto e certificarne la proprietà tramite uno smartphone e di avere garanzie estese e l’accesso al sistema Tod’s Care per la cura del prodotto, ma anche di avere dei servizi nuovi. Tra questi, eventi ed esperienze dedicate in negozio e la personalizzazione delle driving shoes del brand: i clienti, scansionando creando la propria versione originale e artigianale.

«Per noi di Tod’s, il Digital product passport non è solo uno strumento di autenticazione e tracciabilità del prodotto – ha detto Carlo Alberto Beretta, general brand manager di Tod’s – . Sebbene questi aspetti siano fondamentali, vogliamo anche cogliere l’opportunità per rafforzare il legame con i nostri clienti, valorizzare la nostra artigianalità e raccontare la storia dei nostri prodotti iconici. Siamo entusiasti di continuare la collaborazione con Aura Blockchain Consortium per garantire i più alti standard di tracciabilità, autenticazione e storytelling per i nostri prodotti artigianali».

Il digital product passport: obbligo o asset dei brand

Il Dpp è uno degli obblighi imposti dal regolamento Ecodesign, approvato dall’Unione europea lo scorso anno e perno della strategia tessile lanciata dalla Commissione europea nel 2022. L’obiettivo di questo strumento è offrire massima trasparenza sulla realizzazione del prodotto (evidenziandone, per esempio, i materiali) ma anche dare ai clienti finali informazioni per la manutenzione e l’eventuale riparazione del prodotto, nell’ottica di prolungarne la durabilità. In un recente sondaggio condotto su un campione di circa 1.700 italiani da Certilogo per il Monitor for Circular Fashion della Sda Bocconi, è emerso che quasi la metà (49%) del campione ha dichiarato di conoscere il concetto di dpp, nonostante l’adozione sia ancora in una fase iniziale di implementazione, con un picco del 54% tra la Gen Z. Per la maggioranza degli intervistati (56%) l’autenticazione è la priorità principale nell’utilizzo del Dpp, seguita dalle istruzioni per la cura e la manutenzione (45%) e la composizione del prodotto (44%). Tra gli effetti dell’adozione di questo dispositivo il più condiviso sembra essere l’aumento della fiducia nei brand (71%), a testimonianza del fatto che lo strumento sarà un asset per le aziende nella relazione con i propri clienti.

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