“Negli ultimi anni, il mondo ha dovuto fare i conti con la pandemia di COVID-19, causata dal virus SARS-CoV-2 . Il SARS-CoV-2 è un virus a RNA noto per il suo elevato tasso di mutazione dovuto alla natura soggetta a errori della replicazione”. Ad affermarlo è Massimo Ciccozzi, epidemiologo del Campus Bio-medico di Roma che ha appena ricevuto l’Oscar Capitolino per Medicina e Ricerca Universitaria per il contributo decisivo nella comprensione della pandemia da Covid 19 e le 143 pubblicazioni effettuate.
Tutte queste mutazioni possono influenzare il modo in cui il virus risponde agli anticorpi sviluppati attraverso l’infezione o la vaccinazione, nonché la sua trasmissibilità. Di conseguenza, il virus ha subito continui cambiamenti genetici durante la pandemia, portando allo sviluppo di molteplici varianti che sono emerse e circolate innumerevoli varianti che facevano diventare il virus meno virulento e aggressive man mano che il SARS-CoV-2 passava all’endemicità.
La variante Nimbus
La variante emersa più di recente è quella etichettata NB.1.8.1, soprannominata Nimbus, che è stata designata VuM (Variant under Monitoring) il 23 maggio 2025.
Attualmente, il numero di casi di infezione da NB.1.8.1 è in aumento. Al 18 maggio 2025, le sequenze NB.1.8.1 erano state segnalate nel GISAID da 22 paesi, rappresentando il 10,7% delle sequenze disponibili a livello globale nella settimana epidemiologica 17 del 2025 (21-27 aprile 2025). Tuttavia, considerando che gli attuali numeri di casi globali sono paragonabili a quelli osservati a luglio 2024, la situazione non appare allarmante.