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Notiziario

Il nuovo Patto di stabilità e crescita ha incassato, a Strasburgo, il via libera del Parlamento Ue. Ora è all’ultimissimo miglio prima di entrare in vigore. Il testo cambia le regole del gioco nella governance economica mantenendo da un lato i parametri del 3 e del 60% per il deficit e per il Pil ma concedendo dall’altro dei piani di rientro più graduali per i Paesi ad alto debito.

Il nuovo Patto cerca di mantenere dei parametri rigidi per il rientro dal debito e dal deficit, introduce sul deficit la soglia dell’anti-crisi dell’1,5% del Pil ma concede qualcosa a Paesi come Italia, Belgio, Grecia, Francia o Spagna, che hanno debiti elevati. I governi potranno concordare con Bruxelles un piano di rientro che va da 4 a 7 anni in cambio della messa in campo di riforme per crescita e conti sostenibili. Il taglio annuale del debito, per chi è sopra la soglia del 90% del Pil, resta dell’1% annuo. Sul deficit, i Paesi che sforano il 3% sono chiamati ad una riduzione dello 0,5% annuo ma con un periodo transitorio che arriva fino al 2027 e nel quale la percentuale potrà essere ridotta.

Il 19 giugno il verdetto Ue, l’Italia rischia l’apertura di una procedura per disavanzo

Il 19 giugno l’Ue deciderà sulle procedure per disavanzo. «Guardando ai dati Eurostat si può avere un’anticipazione della potenziale decisione», ha spiegato il commissario agli Affari Economici Paolo Gentiloni sottolineando, tuttavia, che tale decisione verrà presa solo a giugno. Ovvero, dopo le Europee. L’Italia, con il 7,4% del deficit appena certificato dall’Eurostat, è ad altissimo rischio. «II Paese continua a far fronte a vulnerabilità legate a debito, deficit e crescita della produttività», si legge nelle conclusioni degli esami approfonditi della Commissione Ue sugli squilibri macroeconomici dei 27. È proprio il superamento «non temporaneo» della soglia del 3% nel rapporto deficit-Pil, secondo l’Ufficio parlamentare di bilancio, a rendere «molto probabile» l’avvio di una procedura per disavanzo eccessivo da parte dell’Ue nei confronti dell’Italia.

Nei prossimi mesi il Piano strutturale e di bilancio di medio termine

Il Def non riporta lo scenario programmatico. La sua presentazione, coerente con le nuove regole europee e con l’orizzonte quinquennale che sarà necessario adottare, è stata rinviata alla presentazione del Piano strutturale e di bilancio di medio termine, che dovrà avvenire nei prossimi mesi.

Il nodo coperture per la prossima manovra

«Qualora venissero confermati gli obiettivi riportati nella Nadef 2023 – è il messaggio lanciato dall’Upb – sarà necessario individuare nella prossima manovra di bilancio idonee coperture per le politiche invariate che si deciderà di attuare e per eventuali nuovi interventi». Ad esempio, «in un’ottica di programmazione di medio-lungo termine, risorse strutturali dovranno essere individuate anche per altri interventi, fra cui quelle necessarie per il rinnovo dei contratti di lavoro dei dipendenti pubblici».

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