Storie Web mercoledì, Maggio 15
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Sulla scheda elettorale basterà scrivere ‘Giorgia’ se si vuole votare per Giorgia Meloni. Allo stesso modo basterà scrivere ‘Elly’ per votare Elly Schlein nelle circoscrizioni in cui è candidata, ma la segretaria del Pd ha precisato la differenza: “Loro dietro il nome non hanno un programma, io chiedo voti per le nostre liste”.

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La mossa elettorale di Giorgia Meloni – candidarsi alle europee, e puntare sul fatto che sulla scheda si possa scrivere semplicemente ‘Giorgia’ per votarla – per Elly Schlein è “inquietante”. La segretaria del Partito democratico ha criticato la presidente del Consiglio e il suo partito perché, ha detto, al di là dello slogan e del nome non c’è un programma: non si parla di sanità, di salari bassi e di lavoro precario, né di altri temi rilevanti.

Schlein, intervenuta su SkyTg24, ha contrattaccato: “Credo che sia un valore che nel Pd ci sia pluralismo, che non si sia tutti schiacciati dietro il nome Giorgia. Questo è inquietante, non hanno un programma per l’Europa, il programma diventa la persona. Dietro al nome niente, nessuna visione per l’Europa che serve alle persone”. Meloni nel discorso in cui ha lanciato la sua candidatura non ha toccato nessun argomento davvero importante: “Ha parlato del Paese delle meraviglie, mentre la gente fa fatica a far la spesa. Questa è la realtà, forse Giorgia Meloni fa fatica a vederla, chiusa nel suo palazzo”.

D’altra parte, anche la segretaria dem sarà candidata, e sarà la capolista nel Centro e nelle Isole. Per di più, la si potrà votare scrivendo solo il nome “Elly”. Una situazione simile a quella di Meloni, su cui però la leader del Pd non vuole puntare in campagna elettorale, e che ha spiegato così: “Elly è un soprannome, io porto i nomi delle mie due nonne, Elena Ethel, e quindi (forse per non fare un torto a nessuna delle due) mi hanno sempre chiamata Elly”.

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Però, ha continuato, “ho sempre fatto campagna elettorale con il cognome, anche perché non ero particolarmente nota. Ma soprattutto farò una campagna elettorale non chiedendo il voto per me per, ma per il Partito democratico e per queste liste meravigliose che abbiamo costruito”. Liste che, ha affermato “per la prima volta sono arrivate in modo così pacifico, votate all’unanimità e fatte mano nella mano con la minoranza”.

In caso di elezione, la segretaria ha già chiarito che rinuncerà al posto a Strasburgo: “Mi sono messa in campo per dare una mano a trascinare più candidati possibile, ma dicendo la verità: il mio posto è qui, alla Camera, a fare il confronto con le politiche sbagliate di Giorgia Meloni. Ma ci metto la faccia”.

Il Pd arriverà al voto delle europee quando i sondaggi lo piazzano attorno al 20% dei consensi. Ottenere un risultato più alto o più basso di questa soglia ‘psicologica’ potrebbe essere importante per il partito, ma Schlein ha deciso di non dare obiettivi espliciti: “Asticelle non ne metto, porta iella, lo dico sempre. L’obiettivo è quello di riportare alle urne tanti elettori che non vanno più a votare, vorrei alzare l’asticella della partecipazione al voto”.

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