Storie Web giovedì, Marzo 13
Notiziario

L’attesa del bonus elettrodomestici, promesso dalla legge di bilancio, non è ancora terminata. E potrebbe servire ancora tempo, perché secondo alcune associazioni di produttori interpellate la norma primaria andrebbe corretta per dare più spazio a chi produce in Italia. Al momento la correzione è un’ipotesi, su cui non ci sono dichiarazioni ufficiali dai ministeri coinvolti. Ma, probabilmente, in attesa di verificarne la realizzabilità, l’iter del bonus non si può concludere.

L’iter

Secondo la legge di bilancio, il decreto attuativo (ministero delle Imprese e del made in Italy di concerto con il ministero dell’Economia) doveva essere adottato entro la fine di febbraio. I ministeri mantengono il massimo riserbo. Ma è plausibile a questo punto che si attendano le valutazioni sulla norma originaria, e quindi sulla platea degli elettrodomestici ammissibili, prima di emanare il provvedimento di attuazione con i criteri, le modalità e i termini per l’erogazione dei contributi.

Fino a 200 euro

Ricapitolando, la manovra ha introdotto, per il 2025, un incentivo per l’acquisto di elettrodomestici ad alta efficienza energetica, non inferiore alla nuova classe energetica B, prodotti nel territorio della Ue con contestuale smaltimento dell’elettrodomestico sostituito. Il bonus può arrivare al massimo al 30% del costo di acquisto e comunque fino a 100 euro per ciascun elettrodomestico, elevabili a 200 se il nucleo familiare dell’acquirente ha un Isee sotto 25mila euro. Disponibili in tutto 50 milioni di euro.

Il Ddl Gusmeroli

Il problema sarebbe sorto in sede di predisposizione della norma della legge di bilancio, che solo in parte si è ispirata a un precedente disegno di legge (firmatario Alberto Gusmeroli della Lega). La platea così congegnata, secondo alcune segnalazioni delle associazioni di settore, finirebbe per avvantaggiare soprattutto produzioni non italiane, effettuate cioè in altri Paesi europei. Marchi asiatici avrebbero molto spazio. Ma potrebbero essere anche state fatte, in questi due mesi, delle valutazioni sulla provenienza dei prodotti incentivabili della ex Whirlpool, oggi marchio Beko a proprietà turca, con stabilimenti sia in Italia che in altri Paesi europei ed al centro di un serrata vertenza con i sindacati.

Insomma, non si può escludere una correzione in extremis. Il disegno di legge Gusmeroli prevedeva una platea di elettrodomestici diversa e graduata per tipologia di prodotto: classe energetica non inferiore alla A per le lavatrici e lavasciuga; alla C per le lavastoviglie e alla D per frigoriferi e congelatori.

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