Storie Web mercoledì, Maggio 8
Notiziario

I missili Mgm-140 Army Tactical Missile System, meglio conosciuti con l’acronimo Atacms, sono dei missili balistici tattici a corto raggio con una gittata massima di 300 km. Sono armi di concezione non recentissima: i primi modelli sono infatti entrati in servizio durante l’operazione “Desert Storm” nel 1991, la campagna aerea della Guerra del Golfo, lanciata dagli Stati Uniti per abbattere il regime iracheno di Saddam Hussein, mentre la progettazione di questa arma iniziò nei primi snni 80.

Sono missili “superficie-superficie”, lanciati quindi da terra e destinati a bersagli terrestri. Il sistema di propulsione è a combustibile solido, e la guida può essere balistica, e in questo caso il missile viene diretto verso l’obiettivo semplicemente calcolando inclinazione e gittata come un comune proiettile da cannone, o tramite Gps, sfruttando i satelliti geostazionari di posizionamento. L’arma è lunga 4 metri e ha un peso variabile da circa 1300 kg a oltre 1660 a seconda delle versioni. Nella testata può portare sia ordigni a frammentazione, in grado di colpire obiettivi “morbidi” come esseri viventi in un’area relativamente vasta, sia un singolo ordigno capace di fare un maggiore danno in un’area più ristretta.

Un missile Atacms in fase di lancio (dal sito Lockeed Martin)

Per il lancio vengono utilizzati lanciamissili semoventi Himars oppure Mlrs M270; ciascun semovente può portare un unico Atacms. La società che attualmente li produce è la Lockeed Martin, mentre il cluster di aziende che li ha originariamente progettati è la Ling-Temco-Vought. Il costo per unità varia, a seconda della tipologia, da oltre 800.000 dollari a oltre 1.700.000 dollari. Gli Atacms non sono in dotazione all’Esercito Italiano, ma altri Stati Nato li hanno nei propri arsenali, così come gli Emirati Arabi Uniti, la Corea del Sud e l’Australia. (f.s.)

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