Storie Web mercoledì, Marzo 12
Notiziario

Ci sono le barriere d’accesso al Servizio sanitario nazionale con il 52,2% dei cittadini che ha vissuto un’esperienza negativa in Pronto soccorso tra liste d’attesa infinite e mancanza di informazioni. Ma anche – strettamente collegato al primo fenomeno – la mancanza di personale verificata dal 66,4% delle persone, dato che sfiora il 72% al Sud e nelle Isole. Mancanze gravi, che creano una continua “delusione” tra le aspettative di cura e assistenza e la realtà, che vede il tempo dedicato al rapporto di cura ridursi al lumicino. E infatti nel complesso il 72,3% dei cittadini ha verificato un peggioramento nel Servizio sanitario nel tempo.
Sono queste le principali cause all’origine della violenza contro medici e infermieri e contro gli altri operatori sanitari, descritte nel III Rapporto “Centralità del medico e qualità del rapporto con i pazienti per una buona sanità. Alle origini della criticità della condizione dei medici nel Servizio sanitario”, realizzato dalla Federazione nazionale dei medici e degli odontoiatri (Fnomceo) con il Censis in vista della Giornata nazionale contro la violenza sugli operatori sanitari e sociosanitari, che il 12 marzo sarà celebrata a Foggia. Un primo appuntamento per presentare le tante sfaccettature del fenomeno delle aggressioni.

Fnopo: in 1 caso su 7 coinvolgono donne. Vaccari: “Serve educare al rispetto dell’altro”

“In un caso su sette le aggressioni ai danni dei sanitari coinvolgono professioniste donne. Un dato che sottolinea come la professione ostetrica, popolata da una maggioranza di donne, su 21mila circa 300 sono uomini, è tra le più colpite dal fenomeno”. Lo denuncia la presidente della Federazione nazionale degli ordini della professione ostetrica (Fnopo) Silvia Vaccari, in occasione della Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari che ricorre il 12 marzo di ogni anno.

Violenza contro personale sanitario, infermieri i più colpiti

“Gli infermieri sono la categoria più colpita dalle aggressioni contro il personale sanitario. Nonostante si siano registrati importanti passi in avanti sul contrasto e la prevenzione, le violenze continuano, in particolare contro le donne”.

Lo comunica, in una nota, la Federazione Nazionale Ordini delle Professioni infermieristiche in occasione della Giornata Nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari.

“Questi episodi, spesso, nascono da mancate risposte che i cittadini patiscono per la carenza di personale, che peggiora una situazione di disagio organizzativo e di stress lavorativo – spiega la FNOPI -. Accanto alle misure di contenimento messe in atto dal governo, che pure stanno dando dei risultati concreti in termini di condanne, occorre costruire un percorso di sensibilizzazione dei cittadini rispetto al corretto utilizzo delle strutture e dei servizi del Servizio sanitario nazionale. Servono nuovi modelli organizzativi integrati, in grado di intercettare i bisogni dei cittadini e fornire risposte adeguate”.

“Anche tu puoi prenderti cura di me”. L’Anaao Assomed si rivolge ai cittadini

“Anche tu puoi prenderti cura di me. #Bastaggressioni”. Per la Giornata Nazionale contro la violenza sugli operatori sanitari che cade mercoledì 12 marzo l’Anaao Assomed ha scelto un messaggio diretto ai cittadini e ai pazienti.

“Con il volantino che sarà affisso negli ospedali e distribuito ai pazienti – spiega Pierino Di Silverio, Segretario Nazionale Anaao Assomed – vogliamo rivolgerci a chi insieme a noi vive disagio e preoccupazione dovuti non solo alla malattia ma anche alle difficili condizioni in cui lavoriamo che troppo spesso generano reazioni violente”.

 

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