Storie Web martedì, Aprile 22
Notiziario

Chimica e farmaceutica, elettrici, energia e petrolio, trasporto pubblico locale, edilizia sono alcuni dei contratti di lavoro più importanti rinnovati negli ultimi mesi che stimiamo abbiano fatto scendere del 5% il contatore dei lavoratori col contratto scaduto. Secondo i dati Istat, questa platea, a fine febbraio, contava 6,3 milioni di addetti, circa uno su due, un dato che non tiene conto dei contratti che sono stati rinnovati nel frattempo. Considerando anche gli ultimi rinnovi il contatore degli addetti con il contratto scaduto scende a 5,9 milioni che in percentuale significa il 45%. Di questi quasi 3 milioni sono dipendenti pubblici. Se il maggiore contributo alla riduzione degli addetti con contratto scaduto arriva proprio dall’industria, questi numeri sono destinati ad aumentare se i contratti non vengono rinnovati rapidamente, perché a fine anno arriveranno a scadenza diverse categorie, dal legno arredo alla gommaplastica, al vetro, al trasporto aereo, all’occhialeria.

I contratti scaduti da più tempo

Vediamo. Tra i 5,9 milioni col contratto da rinnovare i più indietro sono i lavoratori del pubblico impiego che, se escludiamo le Funzioni centrali, ormai devono smarcare due tornate: oltre a non aver rinnovato il triennio 2022-2024, adesso si ritrovano da rinnovare anche quello 2025-2027, con una forte spaccatura sindacale che vede contrapposti anche i sindacati. Se invece consideriamo il privato allora uno dei contratti scaduti da più tempo è sicuramente quello delle telecomunicazioni (Asstel) che riguarda più di 200mila persone, in un settore dove diverse grandi società hanno affrontato una vera e propria fase trasformativa. Nel privato però possiamo dire che da qualche settimana non ci sono più gli elettrici ad avere il contratto scaduto, dato che hanno trovato l’accordo su un aumento medio complessivo di 312 euro. Nella filiera energetica si è concluso anche il negoziato del comparto energia e petrolio dove l’aumento medio complessivo è stato di 330 euro. Ancora in trattativa il rinnovo del gas acqua: i sindacati hanno varato una piattaforma rivendicativa dove chiedono ad Utilitalia, Proxigas, Assogas, Anfida un aumento di 315 euro per i 45mila addetti per il triennio 2025-2027. Con grande anticipo rispetto alla scadenza di fine giugno, è stato raggiunto anche l’accordo per il rinnovo del contratto di chimica e farmaceutica (Federchimica, Farmindustria, Filctem, Femca, Uiltec e Ugl chimici) dove i 180mila lavoratori hanno avuto un aumento complessivo al livello medio di riferimento di 294 euro.

L’attesa per i metalmeccanici

Dopo che a fine 2024 sono stati rinnovati il contratto della moda e quello della logistica, il 2025 si è aperto con un forte dinamismo nel privato. Il primo grande contratto rinnovato è stato quello dell’edilizia (Ance e Filca, Fillea e Feneal) dove gli addetti interessati sono un milione e hanno avuto un aumento al livello medio di riferimento di 180 euro pari a un recupero dell’inflazione dell’11%, ben al di sopra della previsione del 6% per il prossimo triennio, anche per effetto del recupero del pregresso. Questo sarà un anno molto intenso per la contrattazione nell’industria, tra contratti scaduti e in scadenza. Tra i primi ci sono carta e grafica, forestali, servizi ambientali, assicurativi, ma la maggiore attesa è sicuramente quella degli sviluppi per il maggiore dei contratti del comparto industriale, ossia quello della metalmeccanica dove lavorano un milione e mezzo di persone e che è scaduto da circa 10 mesi: nelle ultime settimane le relazioni tra Federmeccanica e Assistal e Fiom, Fim e Uilm si sono incrinate, con scioperi e presidi, dovuti soprattutto alla distanza molto forte sulla parte economica. I sindacati nella loro piattaforma 2024-2027 chiedono infatti un aumento in busta paga in tre anni di 280 euro sui minimi, mentre le imprese propongono un contratto Esg 2025-2028 che conferma l’aumento definito in base all’inflazione (Ipca-Nei), pari a 173 euro sulla base delle attuali previsioni Istat disponibili, da adeguare sulla base del dato effettivo.

L’andamento dell’inflazione

Nonostante ci siano segnali di lieve rialzo dell’inflazione, va ricordato che le stime Istat dell’Ipca Nei per il triennio 2025-2027 parlano di un aumento del 6% (ossia +2% nel 2025, +2% nel 2026 e +2% nel 2027), meno della metà rispetto al 14,8% del triennio precedente 2022-2024 (+6,6% nel 2022, +6,9% nel 2023 e +1,3% nel 2024). Gli aumenti medi complessivi che in molti comparti hanno raggiunto la soglia record di 300 euro, sono anche dovuti al recupero dell’inflazione pregressa. Del resto se consideriamo il periodo che va da gennaio 2021 a oggi, l’inflazione alta ha determinato l’apertura di una forbice tra dinamica dei prezzi e salari così come sono stati determinati dagli aumenti contrattuali, molto ampia, che, per effetto degli ultimi rinnovi si sta comprimendo nell’industria, ma non nei servizi e nel pubblico.

Gli assicurativi

Nel settore finanziario, il tema dell’inflazione interessa soprattutto le compagnie assicurative. Dalla fine del 2024 sono in attesa di rinnovo i quasi 48mila dipendenti che hanno il contratto Ania. I sindacati (Fna, Snfia, Fisac Cgil, First e Uilca) dopo aver mancato il conguaglio dell’inflazione lo scorso giugno, stanno lavorando a una piattaforma che recuperi il potere di acquisto perso nell’ultimo rinnovo contrattuale che ha scontato un gap importante tra l’aumento reale e l’aumento effettivo e una forte differenza con altri contratti dell’area finanziaria, come quelli dei bancari di Abi e di Federcasse che hanno avuto un aumento record di 435 euro con l’ultimo rinnovo.

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