L’intesa questa volta è fra Amazon e Warner Bros Discovery. È questa, a quanto risulta al Sole 24 Ore la conclusione della vicenda relativa alla trasmissione in chiaro della prossima semifinale di Champions League. Risultato: il match fra Barcellona e Inter del 30 aprile sarà trasmessa su Nove, canale in chiaro della media company Usa guidata da David Zaslav. Il tutto attraverso una sorta di appalto del canale, con tanto di marchio Prime Video per tutta la durata della partita, oltre che commento e parte editoriale completamente delegati ad Amazon.
Particolare rilevanza
Nel 2023, in occasione della semifinale che allora vedeva impegnate Milan e Inter (addirittura due suqadre italiane e non una sola), l’intefa fu stretta fra Amazon e Sky che trasmise i match su Tv8. Ora l’accordo il colosso di Seattle lo stringe con Warner Bros Discovery. Non una scelta del resto, ma un passaggio obbligato per Amazon che, avendo in esclusiva i diritti audiovisivi per la partita – come per tutte le migliori partite del mercoledì della competizione, da assegnazione della Uefa – ha dovuto sostanzialmente metterli all’asta per venire incontro a un obbligo di legge. La semifinale di Champions League, infatti, avendo almeno una squadra italiana in partita viene ritenuta un evento “di particolare rilevanza”. E come tale deve essere trasmesso in chiaro attraverso un canale in grado di raggiungere l’80% della popolazione.
La delibera Agcom 131/12/CONS
A stabilirlo è la delibera Agcom 131/12/CONS emanata sulla base dell’articolo 33 del Testo unico dei servizi di media audiovisivi. Un atto del 2012 (conosciuto come Delibera Lista Eventi) in cui sono messi nero su bianco vari appuntamenti, nazionali e non, considerati di particolare rilevanza. Fra i quali anche «la finale e le semifinali della Champions League e della Europa League qualora vi siano coinvolte squadre italiane». Per questi non può esservi trasmissione in esclusiva e solo in forma codificata visto che – come da articolo 2 dell’allegato B alla delibera Agcom – ne va assicurata «ad almeno l’80% della popolazione la possibilità di seguirli su un palinsesto gratuito senza costi supplementari».