La figlia di Eugenio Colorni, Renata Colorni Spinelli, e la nipote di Altiero Spinelli, Gioconda, hanno condannato duramente le parole di Giorgia Meloni, che ha citato fuori contesto alcuni passaggi del Manifesto di Ventotene facendolo passare come un documento comunista, statalista e violento: “Dovrebbe studiare meglio la storia”.
Ha creato polemiche il passaggio dell’intervento di Giorgia Meloni alla Camera, in cui la presidente del Consiglio – con un attacco studiato ad arte per attirare l’attenzione, distogliendola dalle divisioni del governo su questioni come il riarmo europeo – ha citato alcuni passaggi del Manifesto di Ventotene, uno dei testi fondanti del federalismo europeo. Poche ore dopo, i discendenti degli autori del manifesto ne hanno preso le difese, attaccando la premier: “La signora Meloni dovrebbe studiare meglio la storia, anche quella scritta da mio zio Altiero”, ha detto Gioconda Spinelli.
Altiero Spinelli è forse il più noto dei tre autori del manifesto: politico e scrittore, fondatore del Movimento federalista europeo nel 1943, fu poi anche membro della Commissione europea, parlamentare e europarlamentare. Comunista poco ortodosso (espulso dal Pci per aver criticato i processi farsa dell’Urss sotto Stalin), sulla piccola isola Ventotene si ritrovò confinato dal regime fascista insieme al liberale Ernesto Rossi e al socialista Eugenio Colorni. I tre, in quelle condizioni estreme, idearono un manifesto che sintetizzava le loro idee, e poneva le basi (almeno quelle ideali) per una vera e propria federazione europea che superasse le violenze dei nazionalismi.
Ha preso posizione anche la figlia di Colorni, la traduttrice Renata Colorni Spinelli (suo padre venne ucciso dai fascisti nel 1944, e Spinelli la crebbe e fu il secondo marito di sua madre, l’attivista antifascista tedesca Ursula Hirschmann). All’Ansa, Colorni si è detta “indignata”, aggiungendo: “Meloni oggi ha oltraggiato la memoria di queste persone, e se discutiamo oggi di cosa fare per l’Europa lo dobbiamo anche al loro sacrificio. Giorgia Meloni dovrebbe ricordarsi che ha giurato su una Costituzione antifascista”.
Il vero motivo per cui Giorgia Meloni ce l’ha tanto con il manifesto di Ventotene
I tre autori, pur venendo da idee politiche diverse, “hanno cercato un modo per combattere i nazionalismi e preparare un avvenire comune per l’Europa. Forse la premier lo ha dimenticato, o forse non lo ha mai saputo”, ha aggiunto Colorni.
Gioconda Spinelli, parlando alla Stampa, ha invece attaccato con parole più pesanti: “Questa bestemmia conferma quello che ho sempre pensato di Meloni. La sua storia viene dal fascismo e lo conferma. E quindi è chiaro che non può essere la sua Europa quella del Manifesto di Ventotene”.
Nelle parole della premier, ha detto, c’è “anche ignoranza”. Questo perché “gli antifascisti stavano in carcere al confino, non in una situazione bella e beata. Nel 1941 in Italia c’era la dittatura fascista e l’Europa si trovava sotto il dominio della Germania hitleriana. In quel contesto si pensa alla rivoluzione, a un terremoto che possa abbattere quei regimi. E in quel contesto Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi hanno avuto la capacità e la forza di immaginare un’Europa e un mondo diversi che non coincidono certo con la visione della premier che nasce da un’ideologia nazionalista e sovranista”.