Dopo il rinnovo del contratto integrativo aziendale di Generali dei giorni scorsi, i 48mila dipendenti delle compagnie assicurative si avvicinano al rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro Ania, che è scaduto alla fine del 2024. A questo punto, infatti, la gran parte delle compagnie, da Zurich ad Allianz, fino a Intesa Vita e Generali, adesso, ha un contratto di secondo livello in vigore.
Il ruolo di Unipol
Manca però all’appello Unipol che rappresenta una doppia incognita. Innanzitutto per il rinnovo dell’integrativo, in salita come mai prima di oggi, dopo che il dialogo con l’azienda si è incrinato tra smart working e settimana corta. E poi per il ruolo che Unipol avrà al tavolo Ania dove diversamente da quanto accade nel settore bancario non c’è una leadership così netta, come è emerso soprattutto negli ultimi mesi. Se è vero che Unipol è uscita da Ania lo è anche che ha sempre avuto un ruolo attivo nel rinnovo del contratto di lavoro Ania che continua ad applicare. Ed è verosimile che lo avrà anche in questa tornata di rinnovo.
Verso una piattaforma Esg
Per i sindacati (Uilca, Fna, Fisac, First e Snfia) questo è il tempo di iniziare a concentrarsi sul contratto nazionale. Dopo il primo incontro a Bologna, hanno proseguito i lavori per la stesura della piattaforma rivendicativa. A metà maggio ci sarà un nuovo incontro per definire il testo, con l’obiettivo di avviare poi le assemblee dei lavoratori e riuscire a presentarlo ad Ania entro l’estate. L’attenzione ai diritti sociali, al welfare, all’inclusione, alla conciliazione vita-lavoro e alla flessibilità organizzativa su cui il settore ha fatto da apripista, come è emerso nella contrattazione di secondo livello, troverà la sua espressione anche nella piattaforma nazionale che vuole caratterizzarsi come Esg.
La parte economica e il conguaglio
Sicuramente però nella piattaforma la parte economica avrà molto rilievo per diverse ragioni. La prima è che secondo fonti sindacali c’è un tema di recupero dell’inflazione pregressa, dopo il mancato conguaglio dell’inflazione dello scorso giugno. Se è vero che le stime Istat dell’Ipca Nei per il prossimo triennio sono piuttosto contenute, nonostante i segnali a tratti altalenanti della dinamica inflattiva degli ultimi mesi, non è stato così nello scorso triennio. Per il triennio 2025-2027 parlano di un aumento del 6% (ossia +2% nel 2025, +2% nel 2026 e +2% nel 2027), meno della metà rispetto al 14,8% del triennio precedente 2022-2024 (+6,6% nel 2022, +6,9% nel 2023 e +1,3% nel 2024). Senza stare a tirare fuori l’aumento record di 435 euro dell’ultimo contratto dei bancari Abi e Federcasse, negli ultimi rinnovi, dalla chimica farmaceutica, agli elettrici, a energia e petrolio, si osservano aumenti medi complessivi che in molti comparti hanno raggiunto la soglia record di 300 euro, dovuti anche al recupero dell’inflazione pregressa. Che sarà senz’altro un tema anche per gli assicurativi Ania.