Farmindustria, proprietà intellettuale cruciale per gli investimenti

«Una tutela rigorosa della proprietà intellettuale è fondamentale per gli investimenti che nella farmaceutica significano nuovi trattamenti. Un suo indebolimento rappresenta invece un danno per i pazienti di oggi e di domani perché riduce la disponibilità di cure».

A dirlo è Marcello Cattani, presidente di Farmindustria, in occasione della Giornata mondiale della proprietà intellettuale che si celebra il 26 aprile, poiché in quella data, nel 1970, entrò in vigore la Convenzione che istituisce l’Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale (Wipo).

Le sfide del settore

«Le sfide che abbiamo davanti a livello globale sono tante: un quadro geopolitico in continua trasformazione, l’invecchiamento della popolazione, la crescita della cronicità e le nuove domande di salute – ha detto Cattani -. A ciò si aggiunge la rivoluzione nella ricerca, grazie all’intelligenza artificiale e agli incredibili progressi tecnologici, con 2mila miliardi di dollari di investimenti farmaceutici in R&S tra il 2025 e il 2030 e 24mila molecole oggi già in sviluppo nel mondo».

L’Europa, tuttavia, perde competitività ormai da anni secondo Cattani: «Non possiamo più temporeggiare. Serve una risposta urgente e un quadro regolatorio più favorevole agli investimenti e all’innovazione. Perché la concorrenza di altri Paesi, in primis Stati Uniti, Cina, Singapore, Emirati Arabi e Arabia Saudita, è forte».

Italia leader in Europa

Nell’Unione europea le Scienze della Vita sono il primo comparto per domande di brevetto e l’industria farmaceutica è prima per saldo estero, tra i settori ad alta tecnologia. L’Italia gioca un ruolo da protagonista sia per quanto riguarda i brevetti, cresciuti di più rispetto alla media Ue negli ultimi cinque anni (+30% rispetto a +16%), sia sul fronte dell’export, con 54 miliardi di euro nel 2024, con un surplus con l’estero di farmaci e vaccini di 21 miliardi. Gli investimenti in ricerca e produzione arrivano a 4 miliardi all’anno.