Storie Web mercoledì, Marzo 12
Notiziario

Un no corale, una protesta che unisce l’intero sistema del turismo organizzato. È quella relativa alla proposta, avanzata a livello di bozza dall’eurodeputato Alex Agius Saliba relatore in Parlamento della modifica della direttiva Pacchetti. Tra gli emendamenti proposti nella relazione e più contestati dalle associazioni, vi è principalmente l’articolo 5 bis della direttiva che vorrebbe reintrodurre, rispetto alle bozze del precedente negoziato, il limite del 25% per gli acconti dei pacchetti turistici e la richiesta del saldo non prima di 28 giorni dall’inizio del pacchetto stesso, nonché la facoltà per ogni Paese membro dell’Unione europea di imporre la costituzione di un conto vincolato per gli acconti dei consumatori. Questo uniformerebbe a livello europeo i termini economici di vendita dei pacchetti, violando, di fatto, la libera concorrenza di mercato. Ma l’aspetto più preoccupante è quello economico: molti operatori non sarebbero in grado di gestire l’advanced booking, divenuta una leva essenziale al mercato turistico odierno. Quasi tutti avrebbero difficoltà finanziarie nello sviluppo del proprio business potendo incassare il saldo di ciò che hanno venduto solo a 28 giorni dalla partenza, anticipando di propria tasca le spese che sono a tutti gli effetti del consumatore.

Con queste premesse le associazioni di categoria AIAV, Aidit Confindustria, Assoviaggi Confesercenti, Astoi Confindustria Viaggi, Fiavet Confcommercio, FTO e Maavi hanno scritto una nota congiunta a tutti gli eurodeputati italiani, al Presidente Ue, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri italiana, al Ministero del Turismo ed a ECTAA per cercare di disinnescare questo impianto normativo che farebbe collassare il comparto in tutta Europa.

Preoccupa soprattutto l’ipotesi dell’apertura di un conto corrente vincolato che rappresenta un ulteriore onere per le agenzie mentre l’ipotesi di recesso per circostanze straordinarie per il quale non è proposto alcun emendamento che specifichi che queste circostanze sono limitate alle sole catastrofi naturali, pandemie e simili con il rischio che potrebbe essere interpretato come ricomprendente qualsiasi ipotesi di impedimento personale del consumatore. Su questo particolare punto il ministero del Turismo, con una nota, ricorda che il testo «è considerato troppo aperto a interpretazioni soggettive, potenziali cause di contenziosi. Motivo per cui, il dicastero sostiene la necessità di adottare un approccio equilibrato e proporzionale che tenga conto di tutti gli attori del settore, in maniera tale da garantire un razionale bilanciamento dei diritti dei viaggiatori e delle imprese, anche in tema di acconti e di garanzie». Inoltre, viene proposto l’inserimento di un nuovo comma nell’articolo 12 che prevede la possibilità di annullare il viaggio con il rimborso integrale dei pagamenti effettuati in virtù di un avviso di sicurezza dell’Autorità – “official travel warning” – emanato 28 giorni prima del viaggio.

Daniela Santanchè, ministro del Turismo, commenta: «Siamo convinti che assicurare chiarezza e certezza giuridica al testo finale, tenendo pienamente conto degli effetti diretti e indiretti, è l’unico modo in cui la Direttiva favorirebbe realmente l’equità del settore e contribuirebbe a perseguire effettivamente l’interesse dei consumatori finali. Così facendo, riusciremmo a evitare obblighi insostenibili per gli operatori del comparto, perlopiù piccole e microimprese che costituiscono il tessuto dell’industria turistica, scongiurando una pericolosa regressione del mercato».

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