Storie Web lunedì, Settembre 22
Notiziario

Il ministero della Difesa di Mosca ha reso noto che, durante la notte, i sistemi di difesa aerea russi avrebbero intercettato e distrutto 19 droni ucraini a lungo raggio. Secondo la nota rilanciata dall’agenzia Tass, i velivoli sarebbero stati neutralizzati in più punti: 12 sul territorio della Repubblica di Crimea, quattro sul Mar Nero, due nella regione di Bryansk e uno nella regione di Kursk. Il comunicato del Cremlino non offre, come di consueto, elementi indipendenti di verifica immediata.

Il contrattacco ucraino

Dalla parte ucraina arrivano cifre e resoconti diversi: l’aeronautica militare di Kiev, citata dall’Ukrainska Pravda, parla di un attacco notturno con 54 droni (tra Shahed, Gerber e altri tipi), di cui 33 abbattuti o neutralizzati e 21 in grado di colpire otto località diverse. Tra gli episodi segnalati, attacchi con droni sul villaggio di Velykyi Burluk – dove un incendio in un’azienda agricola ha distrutto il tetto di un magazzino su circa 200 metri quadrati – ma senza vittime né feriti, riferiscono fonti locali.

L’appello di Zelensky: sanzioni e attacchi su vasta scala

Volodymyr Zelensky ha rilanciato via Telegram la richiesta di misure più dure: «Dobbiamo bloccare tutte le possibili rotte di rifornimento, aggirare le sanzioni, fare pressione sui Paesi e sulle singole aziende che li aiutano». Il presidente ucraino ha sottolineato la portata industriale dell’apparato bellico russo, denunciando la presenza di «migliaia di componenti stranieri» nelle armi impiegate e sollecitando un altro pacchetto di sanzioni «davvero doloroso», con il sostegno degli Stati Uniti. In alcuni messaggi successivi, ha inoltre stimato l’intensità degli attacchi russi, evocando numeri molto alti di droni, bombe guidate e missili lanciati contro l’Ucraina nelle ultime settimane.

Garanzie di sicurezza: la proposta finlandese e il nodo del deterrente

Sul piano politico-diplomatico, il presidente della Finlandia Alexander Stubb ha illustrato al Guardian la logica delle cosiddette «garanzie di sicurezza» per Kiev: misure che, nella formulazione prevista, impegneranno i Paesi europei firmatari a intervenire militarmente qualora la Russia riprendesse un’azione aggressiva su larga scala contro l’Ucraina. Stubb ha sottolineato che tali garanzie sarebbero efficaci solo dopo un accordo fra Kiev e Mosca e ha ribadito che «la Russia non avrà alcun diritto di veto sul loro formato». Secondo il leader finlandese, per essere deterrente una garanzia deve essere «plausibile e forte» e la sua credibilità implica la disponibilità concreta dei partner a intervenire.

L’Unione europea si organizza

Dall’Unione europea arrivano parole e misure per rafforzare la difesa comune. In un’intervista a La Repubblica la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha posto l’accento sulla necessità di un pilastro europeo della difesa «più forte» accanto alla Nato. Von der Leyen ha ricordato l’avvio del programma «Prontezza per il 2030», pensato per colmare carenze di capacità, accelerare procedure e mobilitare fino a 800 miliardi di euro per l’industria della difesa. Nell’ottica di una maggiore resilienza, von der Leyen ha indicato anche la riduzione della dipendenza energetica dalla Russia, con investimenti nelle rinnovabili e nel nucleare per il carico di base.

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