Storie Web venerdì, Luglio 4
Notiziario

Costi dell’energia tra i più alti in Europa, turbolenze internazionali, guerre vere e commerciali, obiettivi sfidanti posti dalla decarbonizzazione e dalla transizione green. Un momento difficile per l’industria italiana del vetro, un asset strategico dell’economia italiana che, nonostante queste sfide e un calo della produzione nel 2024, continua ad incrementare l’occupazione e la capacità produttiva potendo contare sulla forza del sistema economico nazionale e quella delle filiere di riferimento: food&beverage, costruzioni, automotive, farmaceutico. Oggi, poi, con la realizzazione di nuovi forni dedicati al packaging, l’industria del vetro diventa la prima manifattura in Europa, superando anche la Germania: l’Italia oggi ha una capacità produttiva di 6,5 milioni di tonnellate di vetro, contro le 5,5-5,7 del Paese tedesco.

Questo il messaggio positivo lanciato dall’assemblea annuale di Assovetro, l’associazione degli industriali del vetro, aderente a Confindustria, che conta su un portafoglio di 73 aziende aderenti, 111 siti produttivi, 16.526 dipendenti diretti (oltre 3% in più sull’anno precedente), e produce un valore aggiunto di 3,2 miliardi di euro, in contrazione rispetto all’anno scorso.

«Il valore della nostra industria non è solo economico e sociale, ma è rappresentato anche dal nostro supporto al Made in Italy», commenta Marco Ravasi, presidente di Assovetro: «I vetri italiani vestono i prodotti alimentari, vini, birre e bollicine, sono sui parabrezza delle auto e nella nuova architettura. Il 2024 è stato un anno difficile, ma scommettendo sul futuro dei nostri settori di riferimento, i produttori italiani hanno incrementato negli ultimi mesi la loro capacità produttiva. La crescita del vetro in Italia ed il contemporaneo ridimensionamento avvenuto presso altri Paesi, ci ha portato a divenire la prima manifattura europea non solo nel vetro cavo, ma di tutto il vetro sommando le sue varie applicazioni. Una notizia positiva è rappresentata anche dal via libera dell’Ue all’energy release che permetterà alle industrie energivore, come la nostra, di acquistare l’energia a prezzi calmierati». Gas ed energia elettrica sono infatti restati nel 2024 una delle criticità per un’industria energivora che consuma circa l’1,5% dei consumi nazionali di gas ed energia elettrica.

Le importazioni e le esportazioni del vetro con i paesi dell’Ue sono restate stabili nel 2024. I partner preferenziali sono rimasti la Francia la Germania e la Spagna che, nei Paesi destinazione, ha superato di poco la Germania. L’interscambio commerciale dei prodotti vetrari ha recuperato nel 2024 non solo la tendenza negativa dell’anno precedente, ma si è portato su valori positivi, registrando un saldo di 75 milioni di euro che, se confrontati con la performance dello scorso anno, segna un +100%. In termini di quantità, l’interscambio dell’intero settore ha registrato un incremento dell’1,3% sulle importazioni e una flessione del 3% sulle esportazioni.

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