Un decreto legge per prorogare l’autorizzazione a cedere mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari all’Ucraina, a quanto si apprende, dovrebbe essere esaminato nel Consiglio dei ministri previsto per giovedì. Il provvedimento è infatti all’ordine del giorno della riunione tecnica preparatoria convocata per domani pomeriggio a Palazzo Chigi.
I precedenti aiuti
All’indomani dell’offensiva russa, la cessione di armi all’Ucraina è stata prevista da un decreto legge del 25 febbraio 2022, che la autorizzava fino al 31 dicembre di quell’anno e previo atto di indirizzo delle Camere. Poi il provvedimento è stato più volte prorogato di anno in anno con nuovi provvedimenti varati dal Consiglio dei ministri. Nel 2022 accadde all’inizio di dicembre, nel 2023 il 19 dicembre, nel 2024 all’antivigilia di Natale, e quest’anno il decreto con la proroga potrebbe arrivare nel Consiglio dei ministri di giovedì. Nel frattempo, in questi quattro anni l’Italia ha fornito dodici pacchetti di aiuti militari al governo di Kiev definiti altrettanti decreti interministeriali (che necessitano solo dell’illustrazione al Copasir senza ulteriori passaggi in Parlamento) l’ultimo dei quali è stato pubblicato ieri in Gazzetta ufficiale
La Lega si smarca sull’invio di armi a Kiev
Sono settimane che la Lega si sta smarcando sull’invio di nuove armi a Kiev. Messo in sicurezza il dodicesimo pacchetto di aiuti, il voto in Parlamento della nuova autorizzazione annuale potrebbe essere un banco di prova per la maggioranza. Di fronte allo scandalo corruzione a Kiev Matteo Salvini ha usato toni duri. «Sapere che alcune centinaia di milioni di dollari non sarebbero finite per salvare i bimbi o per difendere gli ucraini aggrediti, ma sarebbero finite per ville di lusso, conti all’estero, un giro di prostituzione, chissà cos’altro, di uomini vicinissimi a Zelensky è qualcosa che ci impone estrema cautela. Prima di parlare di nuove armi e di tutto il resto, aspettiamo di capire cosa succede» ha ribadito il leader della Lega, Matteo Salvini, all’assemblea nazionale di Noi moderati a Roma.
Il meccanismo Purl in standby
Fra le ultime decisioni del governo c.’è stata quella di mettere in standby la decisione di aderire al meccanismo (Purl) di acquisto di armi americane da girare a Kiev. «Ad ora – ha spiegato Meloni – non stiamo aderendo, poi vedremo ma non ci siamo dati una deadline».













