Storie Web sabato, Novembre 23
Notiziario

Due santi italiani, due giovani, morti a quasi cento anni di distanza. Un millennial liceale stroncato nel mezzo dell’adolescenza e uno studente deceduto a un passo dalla laurea in ingegneria. Francesco li proclamerà santi durante il Giubileo, due eventi che saranno meta di grande affluenza di fedeli, soprattutto dal nord, Milano (e Assisi) e Torino, i luoghi legati alle loro vite. Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati, che Vatican News definisce “modello e punto di riferimento per la fede di migliaia di giovani in tutto il mondo”, saranno canonizzati rispettivamente Acutis durante la Giornata degli adolescenti, in programma dal 25 al 27 aprile, e Frassati nella Giornata dei Giovani che sarà dal 28 luglio al 3 agosto. Acutis era stato proclamato beato nell’ottobre 2020, Frassati nel 1990 da Giovanni Paolo II. Due storie diverse ma anche molto simili, due famiglie molto agiate (per i santi che non sono stati pontefici dei secoli passati è un fatto statisticamente raro), due storie di fede e impegno.

Acutis, il “patrono” (non ufficiale) di Internet

Carlo Acutis è stato definito il giovane laico “innamorato dell’Eucaristia” con una passione dell’informatica, definito da molti “un influencer della santità”. Tra le sue grandi passioni c’era appunto l’informatica, della quale si serviva per divulgare e testimoniare la fede attraverso la realizzazione di siti web; per questo motivo, da quando è stato beatificato, viene ipotizzato dai media come possibile futuro patrono di Internet. Ideò e organizzò una mostra on-line sui miracoli eucaristici nel mondo. Nel 2006, all’età di 15 anni, venne improvvisamente colpito da una leucemia fulminante, a causa della quale morì il 12 ottobre, dopo soli tre giorni dalla diagnosi, presso l’ospedale San Gerardo di Monza; prima di morire dichiarò di voler offrire le sue sofferenze per il Papa e per la Chiesa e promise alla madre Antonia Salzano che le avrebbe dato molti segni della sua presenza. La madre, in seguito, ha dichiarato di aver avuto visioni di Carlo in sogno, il quale le avrebbe promesso che avrebbe avuto altri figli; ciò è accaduto realmente nel 2010, quando sono nati i gemelli Michele e Francesca Acutis, che hanno seguito l’esempio del fratello sviluppando una grande fede religiosa. Definito «quasi un Frassati milanese” (così titolò un articolo l’Osservatore Romano), fu sepolto, come aveva espressamente richiesto, nel cimitero di Assisi, dove rimase fino alla traslazione nel Santuario della Spogliazione, nella stessa città, dove si trova dal 6 aprile 2019. La famiglia Acutis è azionista della Vittoria Assicurazioni.

Frassati, il giovane rampollo che assisteva (di nascosto) i poveri di Torino

Pier Giorgio Frassati, nato a Torino nel 1091 e morto nel 1925, era il primogenito di Alfredo Frassati, a lungo direttore e proprietario del quotidiano La Stampa (di cui sarà artefice del successo), e successivamente senatore e ambasciatore, e prese le distanze dal fascismo e per questo perseguito dagli squadristi e costretto a vendere la Stampa a Giovanni Agnelli. Questo l’ambiente dove crebbe Pier Giorgio, e studiò anche dai gesuiti , dove si avvicinò anche alla spiritualità cristiana. Studiò ingegneria al Politecnico e in quel periodo militò nella Fuci e nell’Azione Cattotlica, aderì al Partito Popolare. Ma fu soprattutto la sua opera di assistenza ai poveri che lo impegnò fino alla morte, impegno che perlopiù nascosa alla famiglia, che avrebbe preferito uno stile di vita più consono ad un membro dell’alta borghesia. Il giovane Pier Giorgio morì il 4 luglio, a soli 24 anni, stroncato da una fulminante meningite virale causata dalla poliomielite probabilmente contratta facendo visita ai bisognosi che vivevano nei quartieri più poveri della città. Il Club Alpino Italiano ha dedicato a Pier Giorgio Frassati, dopo la sua beatificazione, una rete di sentieri, detti appunto Sentieri Frassati, estesa in tutte le regioni italiane. Alcuni sentieri hanno un percorso internazionale. Lungo questi percorsi il beato Pier Giorgio è ricordato con targhe che ne ricordano alcune frasi. La città di Torino gli ha dedicato una via in Borgata Sassi. L’Operazione Mato Grosso, movimento di volontariato cattolico, gli ha dedicato un rifugio in Valle d’Aosta, costruito e gestito dai ragazzi volontari dell’Operazione Mato Grosso, è stato dedicato a lui proprio per il suo amore verso la montagna e verso i più poveri.

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