Silvia Cestaro, la consigliera della Lega in Veneto, che ha raccontato di essere stata violentata da ragazza, ha commentato le parole del ministro Valditara, sulla correlazione tra violenza di genere e immigrazione irregolare: “Si pensa sempre che la violenza possa arrivare da uomo straniero che vive sulla strada, ma è uno stereotipo. Lo straniero è il primo che finisce sui giornali, ma quanti altri casi di italiani rimangono sommersi?”.
La consigliera veneta della Lega, Silvia Cestaro, che ha raccontato in Aula, durante un consiglio regionale, di essere stata vittima di violenza a 15 anni, ha criticato il ministro dell’Istruzione Valditara, che ha messo in relazione i casi di femminicidi e la violenza di genere con l’immigrazione irregolare in Italia. “Serve toccare con mano per capire quanto grave sia la situazione. Il fenomeno è molto più grande di quello che si pensa. Quasi tutti hanno una familiare, un’amica, una conoscente che ha vissuto questi drammi”, ha detto in un’intervista a la Repubblica.
Su Valditara, “direi di non tranciare giudizi: forse ha detto mezza parola in più, forse gli è sfuggita un po’ la situazione di mano”, ha detto ancora la consigliera regionale veneta, che il 19 novembre ha voluto condividere la sua esperienza nel corso della discussione per la creazione di un osservatorio contro la violenza sulle donne, proposto dal Partito Democratico e presieduto dal padre di Giulia Cecchettin, uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta un anno fa.
“Per me è stata una sorta di liberazione. Non è stato facile, ho aspettato fino all’ultimo momento. Sentivo gli interventi dei altri e mi batteva forte il cuore. Dopo tanti discorsi teorici era giusto riportare la discussione nel concreto”, ha aggiunto Cestaro su quanto avvenuto. “Si pensa sempre che la violenza possa arrivare da uomo straniero che vive sulla strada, ma è uno stereotipo. Lo straniero è il primo che finisce sui giornali, ma quanti altri casi di italiani rimangono sommersi?”, ha affermato inoltre nell’intervista Cestaro.
Il racconto della consigliera veneta della Lega in Aula: “Anch’io ho subito violenza da ragazza”
“Queste devono essere battaglie di tutti, non di una sola parte politica. Infatti ho apprezzato molto la proposta di legge regionale del Pd. Anche il mio partito, la Lega, condivide questi obiettivi”, ha sottolineato, e incalzata sulla posizione del suo partito in materia ha poi aggiunto: “Credo ci siano argomenti non semplici da affrontare. Si può decidere di pensarla come il partito ti dice, oppure si può agire in base alla propria etica. Noi siamo fortunati perché il presidente Zaia ci lascia grande libertà”.
Valditara ribadisce la sua posizione su violenza contro le donne e migranti
Pur essendo smentito dai dati, come vi abbiamo spiegato in quest’articolo, il ministro Valditara ha ripetuto quanto detto in occasione dell’inaugurazione della Fondazione Giulia Cecchettin, e cioè che l’incremento dell’immigrazione irregolare ha contribuito all’aumento della violenza sessuale in Italia. Un’affermazione che non trova riscontra sui numeri, visto che pur essendo vero che, in base alle statistiche del ministero dell’Interno, negli ultimi anni sono aumentate le denunce e le condanne per violenza sessuale, non è dimostrabile un rapporto di causa-effetto legato all’immigrazione irregolare.
Eppure il ministro dell’Istruzione tira dritto, e in un’intervista rilasciata oggi ha detto a ItaliaOggi ha detto: “Prima di registrare l’intervento mi sono interrogato se fosse opportuno affrontare il tema nel suo complesso in quella circostanza e ho deciso che era il caso di farlo, perché quando c’è una giovane donna a cui la vita viene rubata per un no, non ritengo sia utile fare discorsi di circostanza, serve il coraggio della schiettezza per non dire cose banali o peggio ipocrite. E sono rimasto francamente molto stupito dalle polemiche che le mie parole hanno destato”. Per Valditara si è trattata di una “polemica strumentale”, e ha aggiunto anche che a suo giudizio il patriarcato come fenomeno si è esaurito: “Il patriarcato, come potere del padre, nella società italiana e nella famiglia è finito. Il problema non è la figura del padre e neppure della madre”, “il problema è il maschilismo, che conduce alla discriminazione nel posto di lavoro, alla violenza fisica e morale e infine al femminicidio. I femminicidi sono la punta di un iceberg innanzitutto culturale, in cui c’è anche l’immaturità del maschio che non sopporta i no”.
Per il ministro dunque è essenziale risalire alle cause, tra cui include anche la “marginalità sociale”, legata all’immigrazione irregolare. Valditara, a supporto della sua tesi, ha citato ancora l’Istat, che in realtà nell’ultimo rapporto sugli omicidi, relativo al 2022, ha evidenziato che il 93,9% delle donne assassinate in Italia è uccisa da italiani e non stranieri. Allo stesso modo l’ultimo report di Donne in Rete contro la violenza (D.i.Re) dice che il 74% degli autori di violenza contro le donne è italiano, mentre solo il 26% risulta straniero. Non si capisce dunque a quali dati si riferisca il titolare di Viale Trastevere, quando dice che “in proporzione il contributo degli immigrati clandestini è particolarmente rilevante”.