Storie Web sabato, Aprile 19
Notiziario

“Fatemi capire bene: Ilaria Salis che ha picchiato la gente quasi a morte per strada sfugge alla giustizia intrufolandosi nel Parlamento europeo e ora dà lezioni all’Ungheria? Senza vergogna. Non è un simbolo della democrazia, è un simbolo di quanto sia diventato marcio il Pe. La commissione Libe non ha alcun mandato per sorvegliare gli affari interni, eppure irrompe in Ungheria con un verdetto prescritto e grida al fascismo.” Lo scrive su X scrive il portavoce del governo ungherese Zoltan Kovacs all’indomani della missione degli eurodeputati a Budapest. “L’Ungheria non prenderà ordini da criminali in giacca e cravatta”, attacca.

L’attacco del portavoce del governo arriva dopo la missione degli eurodeputati della commissione Libertà Civili e Giustizia (Libe) in Ungheria. Una missione segnata dalle polemiche per il via libera di Budapest alle nuove leggi contro le manifestazioni Lgbtq+. “Questa non è sorveglianza. È una campagna di diffamazione politica. Questa è l’idea del Parlamento di difendere la democrazia? Sostenere i delinquenti anarco-comunisti e chiamarli ’società civile’? Non c’è da stupirsi che il premier Viktor Orban non li abbia incontrati. Accettereste lezioni di giustizia da qualcuno che è stato eletto solo per evitare la prigione?”, è l’attacco di Kovacs.

L’Ungheria è oggetto di critiche anche da parte della Commissione europea che sta svolgendo una “valutazione giuridica” della recente legge ungherese che proibisce gli eventi pubblici, come il “Pride” di Budapest, organizzati dalle comunità Lgbt. la legge è stata “blindata” con un emendamento alla Costituzione nazionale approvato l’altro ieri, che consente al governo ungherese di vietare queste manifestazioni. Ma per la Commissione “è importante che i diritti fondamentali, che tutti noi abbiamo come cittadini dell’Ue, tra cui la libertà di espressione, la libertà di associazione e la libertà di riunione, siano rispettati in ogni Stato membro”. Lo ha sottolineato oggi il commissario europeo per la Democrazia, la Giustizia, lo Stato di diritto e la Protezione dei consumatori, Michael McGrath, durante una conferenza stampa a Bruxelles.

“Siamo ormai nelle fasi finali della preparazione del rapporto annuale sullo stato di diritto per il 2025, che riguarda ogni paese membro, compresa l’Ungheria. Tre settimane fa – ha ricordato McGrath – ho visitato Budapest e ho incontrato una serie di parti interessate, dal governo, alle autorità, ai rappresentanti della magistratura, alle organizzazioni della società civile e anche ai media”.

Nei rapporti con l’Ungheria, ha ricordato il commissario, “noi, in quanto Commissione, siamo stati molto attivi nell’utilizzare gli strumenti a nostra disposizione, che si tratti del regolamento sulla ’condizionalità’ o della ’condizione abilitante orizzontale’” che sottopongono gli esborsi di fondi europei per gli Stati membri rispettivamente alla condizione del rispetto dello stato di diritto e all’applicazione della Carta dei diritti fondamentali dell’Ue. Inoltre, ha continuato McGrath, “abbiamo una serie di ’super obiettivi intermedi’ nel Dispositivo per la ripresa e la resilienza (il Pnrr, ndr). E sono state avviate numerose procedure di infrazione contro l’Ungheria, tra cui procedure di infrazione relative ai valori Ue”.

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