Il braccio teso in classe e la scritta “siamo e saremo fasci” sulla lavagna: è successo al liceo Avogadro a Roma, durante il cambio dell’ora. Il Collettivo Agorà: “A repentaglio il confronto democratico a scuola”.
Il braccio teso in classe e la scritta “Siamo e saremo fasci” sulla lavagna.
Saluti romani e braccia tese a scuola, ancora una volta. Dopo la foto circolata dal liceo Montessori che ritraeva due candidati a rappresentanti d’istituto (uno dei quali è stato eletto) con il braccio teso, i pochi secondi di video arrivano dalla sede centrale del liceo Avogadro. A renderlo noto, gli studenti del Collettivo Agorà.
Bandiera del Regno d’Italia, inno di Mameli e saluto romano, la scritta Siamo e saremo fasci sulla lavagna: è quanto si vede nel video, dove appaiono alcuni studenti. “È avvenuto al cambio dell’ora: è successo tutto in poco tempo e senza alcun pretesto“, spiegano gli studenti.
Il video con il saluto romano all’Avogadro
Nel video compaiono pochi studenti (oscurati in volto). Uno di loro fino a qualche mese fa era uno dei rappresentanti d’istituto della scuola e, in questo nuovo anno scolastico, era fra i candidati della lista Iter, riconducibile a Generazione Popolare, proprio come Riscatto, la lista attiva sia al Montessori che in altri istituti della capitale. “Si presentano come liste apparentemente apartitiche, ma fra i propri membri figurano militanti di organizzazioni giovanili di stampo neofascista”, ha spiegato a suo tempo la Rete degli Studenti Medi.
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Il commento del collettivo Argan
“Anche Iter si professa come una lista apartitica, ma è innegabile che faccia gli interessi dell’organizzazione neofascista della quale i componenti fanno parte – hanno sottolineato poi dal collettivo Agorà – Sono una minaccia per la nostra scuola: si sottraggono al confronto, spesso si distinguono per atteggiamenti minatori e violenti verso gli stessi studenti”.
Per questo, ricordando la piazza degli e delle studenti di venerdì 15 novembre, chiedono lo scioglimento delle organizzazioni giovanili di matrice neofascista: “Vogliamo anche il ritiro delle candidature, oltre che le dimissioni di tutte le cariche relative alle liste legate a esse: non possiamo continuare a mettere a repentaglio il clima di confronto democratico all’interno dei luoghi del sapere”.