Storie Web mercoledì, Luglio 23
Notiziario

Una versione aggiornata del credito d’imposta per il sostegno del design, la realizzazione dei nuovi campionari e il rilancio del comparto della Moda con una dote di 250 milioni di euro da inserire nella prossima Legge di Bilancio. Insieme ad un’etichetta digitale del marchio Made in Italy, certificata da Istituto poligrafico zecca dello Stato. E l’accesso facilitato alla cassa integrazione .

Il Piano annunciato dal ministro Urso

Sono alcune delle misure annunciate dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ieri al tavolo Moda con le parti sociali. Il piano Italia Moda, per il ministro, «risponde all’esigenza di consolidare la filiera delle Pmi e degli artigiani», la moda è «il volto dell’Italia nel mondo, va quindi tutelata e valorizzata», tuttavia i «comportamenti illeciti di pochi non possono compromettere la reputazione dell’intero comparto, penalizzando tante aziende virtuose».

Lo strumento dei protocolli contro il caporalato è «importante, ma non sufficiente», il governo sta lavorando ad una norma per «certificare la sostenibilità e la legalità delle imprese del comparto, offrendo una soluzione strutturale che tuteli tutti», ha aggiunto Urso. La norma avrebbe l’obiettivo di certificare la filiera che fa capo al titolare del brand, in base a verifiche preventive, per escludere che quest’ultimo debba rispondere per comportamenti illeciti o opachi di fornitori o subfornitori.

La posizione delle imprese

Al tavolo al Mimit Confindustria Moda ha ribadito la necessità di una visione industriale di «medio-lungo periodo e non solo interventi emergenziali», per voce del presidente Luca Sburlati che ha accolto con favore la proposta del ministro del credito d’imposta auspicando che diventi strutturale, con un minimo del 10% per incentivare in modo stabile gli investimenti in innovazione . «È fondamentale che il Piano coinvolga i distretti – ha aggiunto Sburlati-, autentico pilastro del Made in Italy, e comprenda anche il commercio». Quanto a Confindustria Accessori Moda, la presidente Giovanna Ceolini, ha proposto di facilitare l’accesso ai mini-contratti di sviluppo: «La soglia dei 3 milioni risulta essere troppo alta per le aziende, proponiamo di suddividere la somma per fasce progettuali a 1 milione e 3 milioni».

L’intenzione del ministero di istituire nel tavolo sulla Moda, un gruppo di lavoro dedicato al commercio e agli operatori commerciali della moda è stata apprezzata dalla Federazione Moda Italia–Confcommercio. «Il piano Italia per la Moda deve rilanciare e consolidare l’intera filiera – ha detto il presidente Giulio Felloni – valorizzando il ruolo dei negozi di prossimità, baluardi del Made in Italy».

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