Il Tour d’Europe attraversa venti paesi europei con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sul contributo che i carburanti da materie prime rinnovabili, com l’Hvo (Hydrotreated Vegetable Oil), possono dare alla decarbonizzazione dei trasporti. Un incontro dedicato alla decarbonizzazione della mobilità, l’evento conclusivo della tappa italiana del “Tour d’Europe”, promosso da Eni/Enilive oggi a Roma, presso il centro congressi di Palazzo Mattei. Il Tour d’Europe è organizzato da una rete diversificata di imprese, associazioni e realtà istituzionali appartenenti alla filiera dell’automotive e dei carburanti. Enilive partecipa al Tour come leader nella produzione di Hvo, un biocarburante diesel ottenuto al 100% da materie prime rinnovabili1, prevalentemente scarti come oli esausti da cucina e grassi animali, e residui dell’industria agroalimentare. Inoltre, l’Hvo ha il vantaggio di poter essere impiegato dalle motorizzazioni validate anche in purezza ed è compatibile con le infrastrutture di distribuzione attualmente in uso. Per il trasporto stradale leggero e pesante, oggi il biocarburante Hvolution è già disponibile in oltre 1.300 stazioni di servizio Enilive in Europa.
Il futuro del settore
Durante la giornata è intervenuta l’eurodeputata di Fratelli d’Italia, Ecr Elena Donazzan, vicepresidente della Commissione Industria al Parlamento europeo, per affrontare il tema del futuro del settore automotive e dei carburanti rinnovabili. «L’Europa deve fare i conti con le conseguenze di scelte sbagliate – ha dichiarato Donazzan. Le regole imposte in passato hanno danneggiato un settore strategico come l’automotive. Oggi serve un cambio di rotta: non possiamo continuare a inseguire un’unica via come quella dell’elettrico, ignorando tecnologie mature e già disponibili come i carburanti rinnovabili». Donazzan ha insistito sulla necessità di neutralità tecnologica e su un approccio pragmatico, che tenga conto delle reali possibilità del mercato. «È il mercato, non i regolamenti, che deve indicare la direzione. Ogni tecnologia utile alla decarbonizzazione va valorizzata, senza pregiudizi ideologici». Nel suo intervento ha criticato la Commissione europea per l’assenza di autocritica e per l’esclusione dell’industria dei carburanti alternativi dal Clean industrial deal. «Non basta rinviare le sanzioni di qualche anno: serve una strategia industriale chiara, stabile e condivisa, che metta al centro l’innovazione e dia certezze agli investitori». Infine, ha sottolineato il ruolo dell’Italia nel ridefinire il modello energetico europeo. «Il nostro Paese, con il governo Meloni, ha dimostrato che diversificare fonti e fornitori è possibile. La sovranità energetica si conquista con scelte pragmatiche, non ideologiche. E l’innovazione deve tornare ad essere al servizio della competitività, non solo della narrativa green».